Grande successo di pubblico per l'appuntamento inserito nella rassegna 'In tutti i sensi' curata da Eleonora Di Fortunato
'To love or not to love'? A giudicare dal grande successo di pubblico del concerto del 'Cettina Fortunato Quartet' ieri sera a Palazzo Merulana, la risposta è senz'altro positiva. L'appuntamento della rassegna 'In tutti i sensi' – II edizione, con la direzione artistica di Eleonora Di Fortunato, andato in scena ieri sera alle 20 nella consueta affascinante ambientazione del quarto piano di Palazzo Merulana, ha registrato il pienone e l'atmosfera dei concerti jazz di altissimo livello. La forma amletica del titolo è suggerita dall’incontro con i testi di Moravia, in cui amare è verbo ma anche aggettivo perché amare sono le storie intessute di degrado morale, fallimenti umani, sconfitte interiori.
Questo lato ombroso del sentimento, più prossimo alla distruzione di Thanatos che alla pulsione di Eros, si traduce nelle note di una non storia d’amore, o forse una storia di non amore, i cui protagonisti si piacciono ma non si comprendono, si attraggono ma non si sfiorano, incapaci di uscire dal proprio individualismo, di trascendersi e fondere la propria metà in un amore intero. La musica non dà risposte definite, non può, non vuole, cerca equilibrio al pentagramma della contraddizione: coltiva i semi della speranza, annaffia i fiori tra le macerie.
Cettina Donato è una pianista, compositrice e direttrice d’orchestra tra le più visionarie della scena jazz contemporanea. Con Cettina Donato al pianoforte, la voce di Michela Lombardi, Vito Di Modugno al basso elettrico, Mimmo Campanale alla batteria e Dario Cecchini ai sassofoni. Il concerto si inserisce nell'ambito del progetto 'In tutti i sensi – II edizione' è vincitore dell’Avviso pubblico finalizzato alla raccolta di proposte progettuali per la realizzazione di iniziative di interesse per l’Amministrazione capitolina in occasione del Giubileo 2025, promosso da Roma Capitale in collaborazione Zètema Progetto Cultura.
Il cartellone prosegue ogni weekend fino al 19 dicembre. Gli spettatori della rassegna potranno visitare liberamente la collezione permanente e le mostre temporanee del museo. Saranno inoltre disponibili visite guidate tattili per gli spettatori con disabilità visive. Gli spettacoli saranno resi fruibili anche al pubblico degli ipoacusici e dei sordi grazie a tecnologie innovative. Venerdì 28 novembre andrà in scena 'La malattia dell’ostrica', di e con Claudio Morici. Dopo aver studiato decine di biografie, Morici ha un’illuminazione: gli scrittori sono tutti matti. Attraverso incursioni nella vita dei grandi e delle grandi della letteratura, Morici compirà un viaggio a ritroso nella propria ‘età a rischio’, riportando alla memoria come i libri lo hanno curato. Perché gli scrittori ci salvano la vita.
Venerdì 5 dicembre sarà la volta di Sgrìoban Dìomhair. Il concerto è il risultato del tour creativo attraverso la Scozia del violoncellista Riccardo Pes, con il sostegno dell’Arts Council England. Ispirato all’abbattimento illegale dell’iconico albero di Sycamore Gap, il progetto Music & Nature di Riccardo Pes attinge alla musica popolare tradizionale e classica per esplorare le emozioni profonde e complesse che legano le persone ai luoghi, alla natura e all’umanità. Domenica 14 dicembre, 'Nodo alla gola': cinema e musica si fondono in un’esperienza immersiva. Il celebre film di Hitchcock prende vita grazie alla musica dal vivo del Quintetto Focus, composto da musicisti d’eccezione: Marco Ortolani e Susanna Pasquariello, membri storici dell’Orchestra della Toscana; Martina Bellesi e Neri Nencini, attivi con il Leviosa Quartet; Francesco Oliveto, compositore e sound artist attivo nel cinema e nelle arti visive. Un viaggio sonoro tra passato e presente, un omaggio alle origini del cinema, quando le immagini mute erano accompagnate da musica dal vivo per restituire alle scene una profondità emotiva e narrativa.
Venerdì 19 dicembre, infine, sarà in scena 'Il mondo a colori'. I musicisti di Arlem Ensemble si alterneranno in varie formazioni per raccontare, attraverso musica e parole, il momento in cui gli artisti reagirono alla violenza e al grigiore del mondo industriale cercando rifugio nella bellezza e nel colore. Glinka, Debussy, Puccini e Ravel arrangiati per trio e quartetto, per raccontare la nascita del colore nella musica.