
L'attore è il protagonista della serie Prime Video italiana girata in inglese: "È un'opportunità per gli Usa di guardare oltre i propri confini"
Essere associati a un personaggio per tanti anni può essere un dono - la fama e l'affetto del pubblico - ma anche una gabbia. Ma non per Jesse Williams. L'attore considera il ruolo del dottor Jackson Avery nell'amata serie tv 'Grey's Anatomy' "un dono", dice intervistato dall'Adnkronos. "Non ho mai avuto paura di essere solo quel personaggio, ma riflettuto molto su questo". Ma ora volta pagina. Nella nuova serie Prime Video 'Hotel Costiera' interpreta Daniel De Luca, un ex marine americano di origini italiane che torna in Italia, la terra della sua infanzia, per lavorare come 'problem solver' in uno dei più lussuosi hotel del mondo, situato sulla spettacolare costa di Positano. Oltre a risolvere i problemi dei facoltosi ospiti dell’albergo, Daniel è anche sulle tracce di Alice, una delle figlie del proprietario, scomparsa un mese prima. "Questa serie è sicuramente un'opportunità per presentarmi al mondo sotto una luce diversa e, soprattutto, mettermi alla prova facendo qualcosa di inedito", dice Williams (qui in veste anche di produttore esecutivo), che sottolinea come l'aspetto più interessante del suo lavoro sia "affrontare nuove sfide ma anche saperle concludere. È importante saper lasciare andare per poter andare avanti, altrimenti si finisce per restare sempre ancorati al passato".
'Hotel Costiera' - disponibile dal 24 settembre in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Danimarca, Norvegia, Turchia e nei Paesi di lingua inglese, Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda - è diretta dal regista Adam Bernstein, che vanta una lunga carriera nella serialità grazie ai successi di 'Breaking Bad' e 'Fargo'. È americano, ma nel suo petto batte un cuore italiano: "Nel personaggio di Daniel (Williams, ndr) ci ritrovo qualcosa di profondamente personale. Anche io sono un 'immigrato al contrario' come lui. Il protagonista di questa storia è un uomo che ha radici in Italia e decide di tornarci. Anche per me è così: sono cresciuto negli Stati Uniti, ma parte della mia famiglia è italiana", spiega Bernstein, che racconta di essere "diventato cittadino italiano".
Giallo, azione e sentimenti 'animano' questa serie italiana e internazionale girata in inglese nel 'Bel Paese'. Per Williams è molto più di un show: "Negli Stati Uniti siamo piuttosto isolati, è un Paese enorme che parla una sola lingua e le persone non sono abituate a guardare oltre i propri confini o entrare in contatto con culture diverse dalla propria". Per l'attore "è un passo in avanti. Essere americano e raccontare una storia italiana è un'occasione per invitare il pubblico statunitense ad aprirsi, ad accettare di leggere qualche sottotitolo e a chiedersi cosa significhi vivere in un altro contesto". Un modo "per ampliare lo sguardo sul mondo e sulle proprie possibilità".
In 'Hotel Costiera' - una co-produzione Amazon MGM Studios e Lux Vide, una società del gruppo Fremantle - sono tanti gli interpreti italiani a muovere le fila della storia, a partire da Maria Chiara Giannetta, Tommaso Ragno, Antonio Gerardi, Amanda Campana e Pierpaolo Spollon. "Da questo set ho rubato tante cose, quando lavori con dei grandi non puoi che stare lì e guardare per apprendere tutto", dice Giannetta all'Adnkronos. Un'opportunità per il cast italiano di posizionarsi nel mercato internazionale: "Speriamo, questa serie è certamente una vetrina importante", dicono Giannetta, Gerardi, Campana e Spollon. Per quest'ultimo "essere riuscito a fare l'attore ed essere oggi in 'Hotel Costiera' vuole dire che nella vita può succedere di tutto".
Alla domanda 'se oggi foste dei problem solver', quale sarebbe la prima questione che risolvereste?'. Spollon si metterebbe al lavoro "sull'empatia, oggi c'è un vuoto da colmare. Siamo tutti polarizzati e distanti. Non c'è un punto di incontro. Oggi o sei di una squadra o dell'altra. Quindi, vorrei riportare al centro l'empatia umana". Gerardi fermerebbe "queste inutili guerre, questo genocidio". Parole condivise anche dalla collega Campana. (di Lucrezia Leombruni)