
Il più grande paroliere italiano racconta la sua vita in un libro ricco di rivelazioni, ironia e memoria
Dopo oltre sessant'anni di carriera e successi entrati nella storia della musica italiana, Giulio Rapetti - per tutti, semplicemente Mogol - pubblica il libro che non aveva mai scritto: "Senza paura. La mia vita". Un titolo che è dichiarazione d'intenti, ma anche sintesi di un percorso straordinario. Il volume, edito da Salani, arriva in libreria e negli store online dal 14 ottobre (224 pagine, euro 19,00).
Non è un semplice libro di memorie, ma un racconto a cuore aperto, che intreccia ricordi personali, incontri decisivi, errori, svolte e momenti che hanno cambiato per sempre la musica italiana. Mogol - protagonista della cultura pop italiana con 523 milioni di dischi venduti, terzo al mondo dopo i Beatles ed Elvis - si mette a nudo con lo stile che lo contraddistingue: diretto, limpido, autentico.
Il lettore scoprirà, tra le prime pagine, che Mogol non è nato con la musica nel sangue, almeno non nel modo in cui ci si aspetterebbe. Da bambino fu giudicato "stonato come una campana", e non mostrava alcun interesse per lo studio del pianoforte. Eppure, proprio da questa distanza iniziale, prende forma una delle più grandi carriere della cultura popolare italiana. Nel libro, Mogol ricostruisce la nascita del suo mestiere di paroliere: un talento coltivato quasi per caso, quando da giovane impiegato presso una casa discografica accetta la sfida di scrivere un testo per un amico cantante. Quel primo sì aprirà la strada a un susseguirsi di collaborazioni leggendarie: da Adriano Celentano a Mina, da Mango a Ramazzotti, fino all’incontro destinato a cambiare tutto, quello con Lucio Battisti. E proprio Battisti è una presenza centrale nel libro. Mogol non si limita a celebrare il sodalizio artistico che ha segnato un’epoca, ma ne svela anche i retroscena più umani, le difficoltà, le divergenze, l’intimità creativa di due personalità diversissime e complementari.
La storia di Giulio Rapetti comincia con un giamburrasca di periferia che non vuole saperne niente della musica. Eppure, qualche anno dopo, quando lavora come ragioniere per un'etichetta discografica e un amico viene a trovarlo nel suo ufficio - un ragazzo cresciuto in via Gluck - accetta la sfida di scrivere per lui il testo di una canzone. Quel giorno segna la nascita di Mogol e l'inizio di un percorso inimitabile, leggendario, che decollerà definitivamente quando un chitarrista ancora sconosciuto, un timido romano coi riccioli e la voce stridula, si presenterà alla sua porta: "Piacere, Lucio".
"Senza paura" è anche un viaggio nell’Italia che cambia, nei suoi linguaggi e sentimenti. Le canzoni firmate da Mogol sono il riflesso di un Paese intero, ma in queste pagine scopriamo l’uomo dietro la penna: un padre, un marito, un appassionato di sport, un educatore che ha dedicato gli ultimi trent’anni alla formazione di nuovi talenti attraverso il Cet, il Centro Europeo di Toscolano, da lui fondato in Umbria nel 1992.
Con un tono sincero e mai autocelebrativo, Mogol condivide episodi mai raccontati prima, amori e perdite, ideali e contraddizioni. Il libro scorre come un dialogo, più che come un racconto: ci si sente invitati dentro il suo mondo, tra fogli pieni di parole, incontri memorabili, e un’esistenza vissuta con la consapevolezza di voler lasciare un segno. (di Paolo Martini)