Sanremo? "Quest'anno sono un po' preoccupato perché ci sono poche polemiche". Carlo Conti, dal palco di Atreju, a Roma, ironizza sulla tradizionale scia di discussioni che accompagna il Festival di Sanremo. Intervenendo al panel "La televisione e la cultura nazionalpopolare in Italia", il direttore artistico e conduttore ha sottolineato come il dibattito sia parte integrante della kermesse.
"Sanremo è un rito collettivo. Un tempo si commentava il giorno dopo al bar, ora lo si fa in tempo reale sui social, dove si può parlare e sparlare. È la sua bellezza, un grande carrozzone che deve far discutere", ha spiegato Conti, affiancato da Mara Venier, Marco Liorni e con Ezio Greggio in collegamento. Il conduttore ha poi rincarato la dose con umorismo, definendo fin troppo miti le critiche attuali: "Ora c'è solo chi dice 'sono troppo giovani' o 'troppo aperti', mentre la narrazione passata era molto più movimentata. Vediamo se strada facendo si crea un po' di polemica", ha scherzato.
Il direttore artistico ha poi svelato alcuni retroscena sulla difficile selezione dei Big: "Quest'anno la scelta è stata particolarmente difficile. Sono arrivate più di 300 canzoni ma i posti purtroppo sono quelli e anche quest'anno speravo di rimanere entro i 26 artisti, ma alla fine li ho portati di nuovo a 30". Infine, Conti ha confermato la sua sensibilità verso gli artisti non selezionati. "A quelli che ho dovuto escludere, ho preferito comunicarlo direttamente. Mi sembrava brutto, specialmente per certi nomi, farli aspettare il Tg delle 13:30 per scoprire lì se fossero o meno nella lista", ha raccontato. "Ad alcuni ho mandato un messaggio, autorizzandoli tranquillamente a mandarmi a quel paese", ha concluso.