COP30: l’Italia lancia i “Territori Viventi”, un nuovo paradigma di resilienza climatica

A Belém, il modello promosso da RemTech Expo e un’ampia alleanza nazionale unisce Ministero, Regioni e centri di ricerca per superare la contrapposizione tra sviluppo e tutela, puntando sull'innovazione infrastrutturale e la rinaturalizzazione

COP30: l’Italia lancia i “Territori Viventi”, un nuovo paradigma di resilienza climatica
19 novembre 2025 | 19.01
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La Conferenza delle Parti sul clima ospita la presentazione di una proposta italiana ambiziosa e strategica: il modello dei "Territori Viventi". L’iniziativa mira a ridefinire in modo innovativo il rapporto tra natura, infrastrutture e comunità, proponendo un paradigma capace di rendere le aree geografiche italiane più resilienti, adattive e prosperanti di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici.

La forza del progetto risiede nella sua alleanza istituzionale trasversale. L'iniziativa, promossa da RemTech Expo, vede la partecipazione congiunta di realtà cruciali per la gestione e lo sviluppo nazionale: RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Umbria, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), ARPA e OICE – Aavanzate ssociazione delle Organizzazioni di Ingegneria e Consulenza Tecnico-Economica. Questo fronte comune conferisce solidità tecnica e profondità strategica al modello, che ambisce a diventare un riferimento a livello europeo.

Il modello dei Territori Viventi si fonda sulla necessità di superare gli interventi emergenziali in favore di una strategia integrata basata sulla prevenzione e l'innovazione.

Silvia Paparella, Direttore Generale di RemTech Expo, ha sottolineato la portata della proposta: "Il modello dei Territori Viventi rappresenta un salto culturale e operativo nella gestione del territorio. Non è un progetto di RemTech Expo, è un progetto del Paese. Lavoriamo insieme a regioni, enti tecnici, agenzie ambientali e al Ministero per proporre una visione che unisce rigenerazione degli ecosistemi, innovazione infrastrutturale e qualità della vita. Mai come oggi la forza sta nella collaborazione."

La partecipazione congiunta alla COP30 rafforza la credibilità internazionale dell’approccio: le Regioni portano esperienze concrete di gestione del rischio; ARPA e RSE forniscono competenze nel monitoraggio ambientale e nello sviluppo tecnologico; OICE rappresenta la filiera dell'ingegneria necessaria per la traduzione operativa.

Rinaturazione e digitalizzazione come strumenti di governance

Il paradigma proposto mira a superare la storica contrapposizione tra sviluppo economico e tutela ambientale, suggerendo una governance che capitalizza sui servizi ecosistemici.

Gli strumenti fondamentali per aumentare la resilienza e la vivibilità dei territori sono l'integrazione di monitoraggio continuo, la digitalizzazione e la rinaturalizzazione. In un contesto in cui gli eventi climatici estremi si moltiplicano, il modello spinge verso una strategia che parte dalla prevenzione e si basa sull'innovazione scientifica.

"La forza di questa iniziativa è la coralità,» ha ribadito Paparella. "Solo mettendo insieme le competenze delle regioni, degli enti tecnici, delle agenzie ambientali, della ricerca e della filiera professionale possiamo costruire territori davvero capaci di adattarsi al futuro."

La Conferenza delle Parti a Belém segna l'avvio di un percorso comune: nei prossimi mesi, l’alleanza avvierà la produzione di report, linee guida e progetti pilota in diverse regioni italiane. L'obiettivo è sperimentare metodologie replicabili che mettano al centro sicurezza, innovazione, identità e coesione dei territori italiani, definendo la nuova frontiera della gestione ambientale e infrastrutturale.

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