TikTok sotto accusa: a Gaza lo shopping automatico appare nei video umanitari

Il nuovo test di TikTok con riconoscimento immagini, pensato per collegare i video a prodotti in vendita, è finito nel mirino dopo che in alcuni filmati da Gaza ha segnalato abiti e accessori da acquistare, sollevando dubbi etici e reputazionali sulla piattaforma

 - The Verge
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23 settembre 2025 | 12.40
LETTURA: 2 minuti

Un nuovo esperimento di TikTok sta sollevando polemiche: la piattaforma ha avviato in alcune regioni un test che utilizza il riconoscimento immagini per associare i video a prodotti in vendita, ma i primi casi hanno mostrato conseguenze inaspettate e controverse. Il sistema, come riportato da The Verge, analizza i fotogrammi in pausa, evidenzia vestiti o accessori e propone articoli simili disponibili su TikTok Shop. In un episodio diventato virale, l’algoritmo ha riconosciuto un abito, un foulard e una borsa indossati da una donna tra le macerie di Gaza, suggerendo immediatamente link di acquisto a prodotti quasi identici. Lo stesso meccanismo è comparso anche in video a tema umanitario e in contenuti con protagonisti i bambini palestinesi.

TikTok ha precisato che si tratta di un test limitato e che il sistema non avrebbe dovuto attivarsi in questi contesti. Gli ingegneri stanno lavorando per restringerne l’applicazione, mentre gli utenti possono già disattivare l’opzione dalle impostazioni. La funzione rientra in una tendenza più ampia che vede i social media integrare l’e-commerce direttamente nei feed: Instagram e YouTube hanno già adottato strumenti simili, ma TikTok spinge oltre l’approccio consentendo a qualsiasi video di trasformarsi in un potenziale innesco commerciale. L’episodio di Gaza mette però in luce i rischi di un motore di vendita applicato senza filtri chiari. Un riconoscimento automatico che tratta ogni immagine come occasione di acquisto rischia di accostare la pubblicità a momenti di tragedia personale o a messaggi di emergenza, con conseguenze etiche e reputazionali difficili da ignorare.

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