
Il Vescovo di Assisi Domenico Sorrentino: "Quest’arma deve essere abolita, soffriamo al pensiero che sia stata sviluppata da cristiani. Prestiamo attenzione al nucleare per uso civile, ma la conversione deve essere totale"
I rappresentanti delle associazioni cristiane firmatari dell’impegno per il disarmo e la conversione nucleare si sono dati appuntamento a Roma, nella sala Pia dell’Università Lumsa, in occasione dell’80º anniversario della bomba atomica su Hiroshima, e la Festa liturgica dall’Oriente all’Occidente della Trasfigurazione per rilanciare con forza il loro impegno. Tra memoria della potenza distruttiva, responsabilità e nuove minacce globali, il monito resta più attuale che mai e chiede alle coscienze dei cristiani, di diffondere e costruire la pace attraverso il disarmo nucleare e l’eliminazione definitiva delle testate destinate alla distruzione totale dell’uomo e del pianeta, con la conversione delle stesse in energia di Pace per tutti (come già in parte significativa avvenne con il Piano Usa-Russia Megatons to Megawatts).
"L’80º anniversario di Hiroshima - ha affermato in apertura il rettore della Lumsa Francesco Bonini - è fondamentale per ricordare ma anche per progettare un mondo diverso e porta noi a riflettere e a testimoniare quello che Papa Leone ha detto domenica scorsa nella spianata di Tor Vergata: un mondo diverso è possibile. Per fare questo è necessaria la riflessione, l'elaborazione del pensiero, l'educazione, quello che fa l'università, un'università come la nostra e come tutte le università dovrebbero fare, in particolare fanno delle università cattoliche. Serve la rete delle associazioni e serve la testimonianza, proprio perché la testimonianza di vita è fondamentale per dare corpo a questo monito di Papa Leone che testimonia appunto la pace. La dottrina sociale non è un discorso, è pensiero e azione, e stimola all'associazionismo e stimola all'operosità".
"I sopravvissuti di Hiroshima sono moniti viventi, cicatrici umane, ferite nel corpo, spirituali, psicologiche. Quella che cade a ottant'anni dal disastro che ha rappresentato la prima bomba atomica a Hiroshima, generalmente viene presentata come una giornata in cui si ricordano le migliaia di morti che ci sono state e le tante conseguenze che si sono verificate anche negli anni successivi - ha invece affermato monsignor Gianni Fusco, assistente di Ditelo Sui Tetti - sul piano di economico, della distruzione delle città, ma anche della distruzione dell'animo delle persone e le implicazioni psicologiche. L’incontro di oggi ha un senso un po' diverso: vogliamo costruire un presente e un futuro che sia il più lontano possibile da questi eventi disastrosi che trasformano il progresso umano in una cultura di morte. Il nucleare per uso civile è una delle fonti energetiche alle quali prestare attenzione, ma non può e non deve essere associato all’uso per la guerra, bensì per il bene e per il progresso delle persone e della sicurezza umana".
“Il mondo sta rischiando l’autodistruzione - ha affermato il presidente del Comitato Per Una Civiltà Dell'amore Giuseppe Rotunno - utilizzando la potenza militare invece di utilizzare il negoziato e le vie diplomatiche già disponibili e approvate dalla comunità internazionale". Per il presidente di Umanesimo ed Etica per la Societa Digitale Antonino Giannone invece "ricordare Hiroshima e Nagasaki, in occasione dell'80º anniversario dell'esplosione delle bombe atomiche, significa riaffermare con gli altri esseri umani il valore della memoria, della responsabilità collettiva verso il futuro".
Ha concluso i lavori Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi che ospita il ‘dialogo per il Disarmo Nucleare’ e autore della prefazione de 'L’atomo convertito' recente pubblicazione di Civiltà dell’Amore sulla Storia del Nucleare nel mondo: "Questa terribile arma distruttiva si è sviluppata in ambito cristiano. Ci domandiamo come sia possibile che coloro che hanno accolto il Vangelo di Gesù e continuamente lo hanno di fronte a sé nel crocifisso, indifeso, siano diventati i promotori di quest’arma. Abbiamo fatto passi vertiginosi della tecnologia e passi abissali di decrescita dell’umano. Noi ci troviamo in questa contraddizione enorme e dobbiamo ricomporla. Il nucleare per uso civile è decisamente una delle fonti energetiche alle quali possiamo prestare attenzione. Ma la conversione deve essere prima di tutto un fatto spirituale perché se non convertiamo i nostri valori è chiaro che tutte le strategie di conversione tecnologica stanno su un fondamento poco solido. La conversione se non è totale non è, ma iniziare a farlo almeno per ciò che riguarda le armi è una cosa che sta nella logica di una conversione profonda e totale".
Il vescovo d’Assisi nel suo intervento ha ricordato il prossimo appuntamento del Tavolo di Pace Nucleare Est/Ovest, organizzato con Civiltà dell’amore, ad Assisi il prossimo 15 settembre nella sala della Spogliazione di Francesco al Vescovado. L’evento, che rappresenta un’ideale continuazione dei lavori svolti all’Università Lumsa, si collocherà in sintonia tra la cerimonia di canonizzazione di Carlo Acutis (il 7 settembre) e le Celebrazioni degli 800 Anni del Cantico della Creature.