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Zingaretti cerca unità

Il segretario dem nell'intervento in Direzione detta la linea e risponde alle critiche: "Nessuna volontà di esclusione dalla segreteria, troviamo il modo di lavorare insieme". Poi il capitolo sul caos Procure

(Fotogramma)
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18 giugno 2019 | 12.42
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"Sento su di me la responsabilità di proporre un intervento per ricostruire tra di noi un clima di fiducia per lavorare, pur nelle differenze, dentro uno spirito unitario che ci permetta di combattere le nostre battaglie". Lo aveva detto alla vigilia, lo ha ribadito nel corso del suo intervento. In una Direzione Pd dal clima incandescente, Nicola Zingaretti lancia ancora una volta un appello all'unità, cercando di spegnere l'incendio che si è acceso nelle file della minoranza dem. "Non faccio appelli ai buoni sentimenti tra noi - spiega il segretario - ma ragioniamo sulla linea politica per un terreno comune di ricerca, elaborazione, confronto e iniziativa".

"Sulla segreteria - rassicura il numero uno dem dopo la pioggia di critiche - non c'è stata nessuna volontà di esclusione, abbiamo valutato che non esistevano le condizioni politiche per un pieno coinvolgimento nella gestione esecutiva del partito". Ma da "ora - spiega ancora - ci saranno i Forum, i Dipartimenti, le iniziative", e per questo "ho indicato una strada, un processo che richiederà scelte e in questo processo dobbiamo trovare il modo per confrontarci e lavorare: nessun appello generico o accordo sotto banco ma un invito a tutti a metterci in cammino e combattere". In ogni caso, "non dobbiamo affossare i primi segnali di ripresa ma evitare uno scatto tra il sentimento diffuso della nostra gente, improntato alla speranza e a combattere, e l'astrattezza del dibattito nel nostro gruppo dirigente". Il Pd, insomma, deve concentrare "la sua azione tutta all'esterno, dove si sta determinando una situazione di pericolo per scelte che scassano i conti e preparano il collasso economico e una incrinatura istituzionale e democratica dell’Italia". "Apriamo un grande confronto con gli italiani, parliamo con le persone per costruire insieme in piano per l’Italia", l'incitamento; "Proporremo in 100 comuni incontri e eventi, il Pd incontra la città, per farci vedere non solo in campagna elettorale ma nel cimento della costruzione di una diversa idea dell’Italia", il piano del segretario del Pd.

Poi il doloroso capitolo del caos Procure, che vede coinvolto il deputato dem Luca Lotti, auto sospesosi dal partito: "Il Pd - afferma Zingaretti - ha ribadito il principio garantista per cui prevale il principio di innocenza, che ogni tentativo di processo sommario va respinto e al tempo stesso ribadito che mai il partito ha dato il compito di occuparsi di assetti degli uffici giudiziari". Il segretario ha quindi ringraziato Lotti per la sua scelta "di auto sospendersi per preservare la battaglia del partito" e ha tra l’altro ribadito il fatto che "la politica può interloquire ma non può interferire con il funzionamento del Csm". Sulle vicende del Csm, dice, "vogliamo fare la nostra parte, serve una nuova legge elettorale che limiti il peso delle correnti, assicuri trasparenza alla rappresentanza" con, tra l’altro, "un meccanismo che selezioni un numero di candidati superiore agli eleggibili".

Dalle Procure si passa poi ai possibili alleati: "Alle forze liberali che guardano al Pd "dico bene, è questo il momento di battere un colpo", mentre "agli elettori M5s che hanno sostenuto liste civiche e che decidono di riorganizzarsi dico, noi siamo qui, disponibili ad aprire un cantiere. Sento parlare di nuove ipotesi di nuovi soggetti - spiega -, non ci sottraiamo ma stiamo attenti che sia una affiliazione di gruppi dirigenti che si dividono il consenso che già c'è. Per tutti c'è il problema del radicamento e di non dividere il campo dell'unica forza democratica che combatte".

Più che alle divisioni, il segretario dem invita quindi a guardare al governo, con il M5S "allo stato confusionale di crisi, sancito e affermato dalla sua totale subalternità" alla Lega e "non credo che abbia gli strumenti, il gruppo dirigente, e forza per invertire la rotta". Il "dominus del campo avverso" per Zingaretti è dunque "la destra di Salvini, ancor più dopo la visita negli Stati Uniti". Una destra, sottolinea, "peggiore del peronismo".

La direzione Pd, si apprende da fonti dem, si è poi conclusa senza un voto sulla relazione del segretario.

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