Ha in programma un palinsesto di 180 eventi dentro e fuori la kermesse in tutta Italia. Mobiliterà fino al 31 ottobre 80 tra Oasi e Centri di Educazione Ambientale. Pezzo forte dell’azione di comunicazione è il Decalogo per il mangiare sostenibile
Il Wwf partecipa a Expo con un palinsesto di oltre 180 eventi dentro e fuori il sito espositivo e sull’intero territorio italiano. Gli appuntamenti sono volti a sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica sull’insostenibilità dell’attuale modello di consumo delle risorse e la pressione ambientale ad esso associata. A presentare le iniziative è stata Donatella Bianchi, presidente di Wwf Italia con l'intervento del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina al Mipaaf.
Il Wwf con il progetto "La natura del cibo. Una sola terra per nutrire il Pianeta", che ha vinto (primo tra circa 800 progetti) il bando Mipaaf per Expo 2015, mobiliterà fino al 31 ottobre 80 tra Oasi e Centri di Educazione Ambientale, con un evento nazionale per la Festa delle Oasi il 24 maggio, 41 eventi locali (da maggio a ottobre) in 18 regioni italiane e 8 seminari per docenti ed educatori, 54 eventi (tra corsi, visite e iniziative) nella città di Milano e territorio limitrofo (in particolare nell’Oasi Wwf Bosco di Vanzago, a circa 10 km dal sito espositivo), con l’obiettivo di contattare almeno 650 mila persone. Inoltre decine di eventi verranno organizzati dal Wwf in qualità di Civil Society Participant nell’ambito del sito espositivo.
Pezzo forte dell’azione di comunicazione è il Decalogo per il mangiare sostenibile, un opuscolo rivolto ai cittadini distribuito in 100.000 copie che chiama ad azioni di responsabilità anche gli agricoltori e l’industria. Dieci semplici regole per mangiare sostenibile, dal consumo di prodotti locali e di stagione all’acquisto di prodotti poveri di imballaggi. Infatti, ricorda il Wwf, quello che consumiamo, consuma il Pianeta e la crescita impetuosa della popolazione (dai 2,5 miliardi della metà del secolo scorso, ai 7,2 miliardi di oggi, sino ai 9,5 miliardi di persone previste al 2050) ci obbliga a rivoluzionare la produzione agro-alimentare e i nostri stili di vita nell’alimentazione e nei consumi.
