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La scoperta: Selinunte già abitata nell’8000 a.C.

20 giugno 2018 | 12.20
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La presenza umana sull’acropoli di Selinunte potrebbe essere di diversi millenni più antica rispetto a quanto fin qui ipotizzato. È la scoperta fatta grazie alla campagna di scavi delle equipe di archeologi della New York University e dell’Università Statale di Milano guidati da Clemente Marconi e Rosalia Pumo che sotto il primo livello di occupazione greca hanno rinvenuto uno spesso deposito di formazione naturale alto più di un metro nel quale sono stati scoperti, a una quota più alta frammenti del Bronzo Recente e, a una quota più bassa, frammenti di industria litica Mesolitica (ca. 8000-6500a.C.). Rinvenuti anche resti di animali e frammenti di carbone in associazione al primo livello di frequentazione greca nell’area che saranno analizzati al radiocarbonio che potrebbero contribuire a datare la fondazione di Selinunte. “Il rinvenimento di numerose ossa animali e frammenti di carbone – ha spiegato Marconi - dovrebbe consentire di datare con una certa precisione questo strato, grazie alle analisi al radiocarbonio che avremo nelle prossime settimane. Al momento, lo strato è datato, in base alla ceramica e alla posizione nella sequenza stratigrafica, alla fase di fondazione della colonia greca. Al di sotto di questo primo livello di occupazione greca la terra è sterile, senza nessuna traccia di un livello indigeno della prima Età del Ferro. I risultati di quest’anno, come quelli degli scavi degli ultimi dieci anni nel settore meridionale del grande santuario urbano, suggeriscono che al momento della fondazione di Selinunte il sito era disabitato da numerosi secoli”.

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