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Ristoratrice Lodi, Klaus Davi: "Con social giustizia azzerata, non è colpa di Lucarelli"

15 gennaio 2024 | 18.18
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Il massmediologo: "I social ormai sono Cassazione, senza più un giudizio di primo e di secondo grado, senza avvocato e senza indagine preliminare. Siamo in un mondo di grande perversione dove la giustizia diventa comprimaria"

La pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano - Fotogramma
La pizzeria Le Vignole di Sant'Angelo Lodigiano - Fotogramma

"I social sono ormai la Cassazione, senza più un giudizio di primo e di secondo grado, senza avvocato e senza indagine preliminare. Siamo in un mondo di grande perversione dove la giustizia diventa comprimaria, un po' perché non si sono fatte delle norme per lo strapotere degli imperi digitali, un po' perché non c'è più la volontà di riflettere sulle cose". Lo dice il massmediologoo Klaus Davi intervistato dall'Adnkronos sulla vicenda del suicidio di Giovanna Pedretti, titolare della pizzeria 'Le Vignole' di Sant'Angelo Lodigiano, la cui replica alla recensione di un cliente, che si lamentava della presenza di gay e disabili nel suo locale, aveva sollevato dubbi sulla sua autenticità e un clamore mediatico sui social. Selvaggia Lucarelli e il suo compagno, lo chef Lorenzo Bigiarelli, avevano parlato di "operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili".

"Penso che lo chef e la Lucarelli non abbiano formulato delle accuse e abbiano fatto il loro lavoro, ma da lì è saltato tutto, con la condanna senza appello della povera Pedretti - dice Davi -. Ma non è colpa della Lucarelli o del compagno, sono semmai i social ad avere azzerato la giustizia. Nessuno sa quale sia la verità, come sia andata la vicenda della replica alla recensione, ma la furia inquisitoria dei social, determinata dall'odio represso accumulato, dalla frustrazione, dalla povertà e dall'invidia sociale, ha travolto la povera signora che non ha retto e si è tolta la vita. A quelli che hanno attaccato questa povera donna, una che mandava messaggi positivi di inclusione, della verità dei fatti importava poco: un meccanismo simile a quello usato nel Medioevo per accusare le streghe o gli eretici".

Secondo il massmediologo svizzero naturalizzato italiano, il "web è fuori controllo, anche il dilagante antisemitismo o la fascinazione dei giovani nei confronti dei terroristi di Hamas sono frutto di 30 anni di web scatenato. E la politica non riesce a legiferare, è soggiogata dalle multinazionali del digitale. I social sono diventati la Cassazione, senza gradi di giudizio e soprattutto senza possedere gli strumenti legislativi per arrivare a un giudizio. Anche la giustizia, che ha tempi biblici, sta subendo un enorme danno da questo fenomeno perché nel percepito popolare la giustizia rende tutto inutile". Con l'intelligenza artificiale si può alzare il tasso di manipolazione dei fatti? "Certamente - risponde Davi - ma con un maggiore controllo delle notizie. Inizialmente il problema sarà più drammatico, ma poi l'avvento dell'IA spingerà il legislatore a muoversi. A meno che non si voglia una guerra civile", conclude Davi.

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