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Blitz anti-terrorismo a Genova, arrestato jihadista: "Sono un soldato di Dio"

03 novembre 2023 | 07.38
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Fermato un 21enne del Bangladesh accusato di avere "pubblicamente istigato" attraverso web e social "a commettere delitti, anche di terrorismo". Indagati altri due uomini tra cui un italiano

Il momento dell'arresto e i disegni trovati in casa dalla polizia
Il momento dell'arresto e i disegni trovati in casa dalla polizia

Blitz anti-terrorismo a Genova. Arrestato un 21enne originario del Bangladesh, residente nel capoluogo ligure e finito nel mirino della polizia per il suo attivismo nei circuiti telematici di matrice jihadista, riconducibili ad "Al Qaeda". Indagati anche altri due uomini: un 28enne di Genova e un predicatore islamico di 36 anni residente a Mantova.

Il 21enne, Faysal Rahman, è accusato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere con finalità di terrorismo. L'uomo si definiva sui propri account Facebook 'Guerriero/Soldato di Dio' e 'Amante di Al-Qaeda'.

Mentre secondo quanto emerso dalle indagini, gli altri due avrebbero contribuito alla radicalizzazione dell'arrestato fornendogli letture fondamentaliste. Ai due sono stati sequestrati anche cellulari e altri dispositivi elettronici che saranno sottoposti ad analisi.

Le indagini che hanno portato all'arresto di Rahman

Le indagini della polizia, che hanno portato all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, sono partite alla fine del 2021 dopo mirati approfondimenti investigativi nei confronti dell'indagato. Secondo quanto ricostruisce la polizia, l'uomo aderiva "all'organizzazione terroristica pakistana 'Tehrik-e Taliban Pakistsan (Ttp)' associata ad Al Qaeda" ed è emersa "la sua disponibilità al combattimento ed al martirio".

L'uomo, nato nel Bangladesh ma residente a Genova, è accusato di avere "pubblicamente istigato attraverso la rete internet e i social network Facebook ed Instagram a commettere delitti, anche di terrorismo", e di aver fatto "apologia di alcuni atti di terrorismo".

L'uomo, fanno sapere gli investigatori, in Italia con un permesso di soggiorno, è accusato di aver partecipato ad una organizzazione terroristica aderente a Al Qaeda, chiamata "Tehrik-e Taliban Pakistan (Ttp)", inserita nell'elenco Onu di individui, gruppi, imprese ed entità inclusi nell'elenco delle sanzioni contro l'Isil (Da'esh) e Al-Qaeda, il cui obiettivo dichiarato è il rovesciamento del governo eletto del Pakistan per fondare un emirato basato sulla sua interpretazione della legge islamica, attaccando direttamente l'esercito pakistano e assassinando esponenti politici.

Secondo quanto emerso dalle indagini della polizia, l'indagato si è attivato "per acquistare la bandiera dell'organizzazione terroristica di appartenenza" e ha divulgato "attraverso la rete internet, i social network Facebook ed Instagram e piattaforme di messaggistica istantanea, quali WhatsApp e Telegram, azioni violente" riconducibili agli stessi gruppi terroristici.

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