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Scoperti resti sommersi preistorici a Capri

21 novembre 2023 | 15.25
LETTURA: 2 minuti

Erano probabilmente il carico di una nave di epoca neolitica

(ufficio stampa Soprintendenza di Napoli)
(ufficio stampa Soprintendenza di Napoli)

Eccezionale scoperta di reperti preistorici nei fondali dell'isola di Capri, probabilmente facevano parte del carico di una nave di epoca neolitica, che trasportava manufatti in pietra lavorata.

Nello scorso mese di ottobre sono stati individuati resti sommersi nei pressi della Grotta Azzurra da parte del nucleo subacqueo della Questura di Napoli e altri rinvenimenti sono avvenuti poco al di fuori della Grotta Bianca. In base alle segnalazioni, la Soprintendenza per l'Area Metropolitana di Napoli ha provveduto al recupero del primo di una serie di nuclei lavorati di ossidiana, che è avvenuto nella giornata di lunedì 20 novembre.

Il soprintendente Mariano Nuzzo, insieme al funzionario archeologo responsabile della tutela, Luca di Franco, e ai referenti per l'archeologia subacquea, Simona Formola, e l'assistente tecnico Carlo Leggieri, coadiuvati sul campo dal Nucleo Sommozzatori della Polizia di Napoli e dai Carabinieri del Nucleo di Tutela del Patrimonio culturale, hanno provveduto - informa un comunicato della Soprintendenza - al preciso posizionamento dei reperti. E' stata accertata "una dispersione di evidenze su un'area ben maggiore di quanto non si pensasse, ad una profondità compresa tra i 30 e oltre i 40 metri". Nello stesso tempo è stati recuperato quello che doveva essere parte di una carico di una nave di epoca neolitica.

Il nucleo recuperato, che reca ben evidenti sulla superficie tracce di scalpellature e lavorazione, misura circa 28 x 20 cm per un'altezza di 15 cm ed un peso di quasi 8 kg. Si è provveduto a collocarlo nei depositi della Soprintendenza in attesa di interventi di pulizia dalle concrezioni marine e restauro.

Il soprintendente Mariano Nuzzo ha evidenziato come "si renda necessaria la realizzazione di un rilievo estensivo del fondale di tipo strumentale, per verificare l'eventuale presenza dello scafo o di altro materiale di carico e per orientare lo scavo diretto, in un contesto particolarmente difficile per le indagini e il recupero di materiali antichi, soprattutto di una certa consistenza, determinata dalle quote molto basse del fondale. La collaborazione con i sommozzatori della Polizia si è rivelata fondamentale, grazie alla loro grande perizia nel gestire situazioni di una certa complessità".

Le successive operazioni di recupero, già programmate, consentiranno, ha spiegato sempre il soprintendente Nuzzo, "certamente di approfondire la frequentazione dell'isola di Capri in particolare, ma anche del Mediterraneo antico in generale, in epoca, quella preistorica, ancora tutta da indagare".

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