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Lavoro: Istat, sale occupazione per diplomati e laureati, donne più istruite ma resta gap

06 ottobre 2023 | 14.25
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Migliora il tasso di occupazione di diplomati e laureati con titolo conseguito da uno a tre anni anche se il 'cinto di alloro' comincia a perdere qualche colpo; le donne in generale risultano più istruite degli uomini ed il vantaggio occupazionale è massimo tra le laureate ma quando il discorso si trasferisce sul piano occupazione questo vantaggio sfuma: il tasso di occupazione femminile è e resta molto più basso di quello maschile: il 57,3% contro il 78% . E' questa la fotografia del rapporto tra scuola e lavoro scattata dall'Istat nel 2022 e presentata oggi.

Resta comunque "ampio" il gap con l’Europa nella quota di giovani laureati anche se si registra un calo tra i giovani che hanno precocemente abbandonato gli studi e che non lavorano. A 'pagare' di più questa situazione di 'scoraggiamento', i Neet che vivono al Sud dove trovare un lavoro per chi abbandona gli studi "è difficile". Anche sul tema formazione, su cui il governo è tornato a insistere negli ultimi provvedimenti, il 2022 denuncia una posizione dell'Italia in sofferenza rispetto all'Europa: la partecipazione degli adulti ai corsi e alle attività formative sono inferiore alla media Ue così' come la quota dei disoccupati in formazione, ammonta a circa la metà di quella media europea.

Guardando i dati nel dettaglio dunque, nel 2022, fra gli under 35 con titolo conseguito da almeno un anno e non oltre tre, cresce il tasso di occupazione: 56,5% tra i diplomati e 74,6% tra i laureati (+6,6 e +7,1 punti sul 2021). Per i laureati il valore supera di 4 punti il livello raggiunto prima della crisi del 2008. Ma nel Mezzogiorno, i laureati 30-34enni (21,6% contro 29,6% del Nord) hanno un tasso di occupazione 20 punti più basso rispetto al Nord (69,9%, contro 89,2%). E restano molto ampie le distanze con l’Europa.

Se si esamina la fascia più ampia 25-64 anni In Italia, nel 2022, il 63,0% dei 25-64enni ha almeno un titolo di studio secondario superiore, valore simile a quello della Spagna (64,2%), ma decisamente inferiore al tedesco (83,2%), al francese (83,3%) e a quello medio Ue27 (79,5%). Tra i 25-64enni, anche la quota di chi ha conseguito una laurea ( titolo di studio terziario) e pari al 20,3% è più bassa della media europea (34,3%) ed è circa la metà di quella registrata in Francia e Spagna (41,6% e 41,1% rispettivamente). Più netto il dato se confrontato con la fascia 25-34 anni: il valore italiano è decisamente inferiore alla media europea (42,0% nell’Ue27) e molto al di sotto dei valori di altri paesi (50,4% Francia, 50,5% Spagna e 37,1% Germania).

Quanto alle giovani donne il vantaggio occupazionale della laurea rispetto al diploma è davvero molto evidente: il tasso di occupazione delle laureate è di 23,5 punti più elevato rispetto a quello delle diplomate, differenza che si riduce a 18,4 punti tra le 25-64enni e a 14,3 punti nella media Ue. E La quota di Stem delle laureate è metà di quella dei laureati. In generale comunque, osserva ancora l'Istat, l’indirizzo di studio universitario determina importanti differenze nei tassi di occupazione dei laureati. Nel 2022, il tasso di occupazione tra i 25-64enni laureati nell’area Umanistica e dei servizi è pari al 77,7%, sale all’83,7% per i laureati nell’area Socio-economica e giuridica, si attesta all’86,0% per le STEM e raggiunge il massimo valore (88,0%) tra i laureati nell’area Medico-sanitaria e farmaceutica.

In generale nel 2022, dunque, si legge nel Rapporto Istat, sono più istruite degli uomini: il 65,7% delle 25-64enni ha almeno un diploma (60,3% tra gli uomini) e le laureate arrivano al 23,5% (17,1% tra gli uomini). Ma il vantaggio femminile nell’istruzione non si traduce in un vantaggio lavorativo: il tasso di occupazione femminile è molto più basso di quello maschile (57,3% contro 78,0%) e il divario di genere è in aumento nel 2022. Anche per le laureate, il tasso di occupazione è inferiore di 4,7 punti alla media Ue27, differenza pari a circa la metà di quella che si osserva per i titoli di studio medio-bassi.

Ma l'aumento dell’occupazione registra anche come sia in frenata il vantaggio della laurea sul diploma. Nella popolazione di età compresa tra i 25 e i 64 anni il tasso di occupazione aumenta, tra il 2021 e il 2022, di 1,3 punti percentuali tra chi possiede un titolo terziario e di due punti per i livelli di istruzione medio-bassi. Ciò determina una lieve diminuzione del differenziale tra i tassi di occupazione dei laureati e dei diplomati.

Passando alla formazione, infine, la partecipazione degli adulti a corsi e attività formative sono inferiore alla media Ue. Nel 2022, il 9,6% della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività formative nelle quattro settimane precedenti l’indagine (il 9,4% della componente maschile e il 9,9% di quella femminile), quota sostanzialmente stabile rispetto al 2021, dopo il significativo calo rilevato del 2020 e la ripresa dall’anno successivo. Il valore medio Ue è dell’11,9%, in aumento di 1,1 punti rispetto al 2021, e l’Italia, pur posizionandosi sopra la Germania (8,1%), resta significativamente al di sotto di Francia (13,3%) e Spagna (15,3% ). Critica ancora anche la quota dei disoccupati che accedono ad una formazione: è circa la metà di quella media europea 6,7% contro 13,2% registrata in Ue.

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