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Israele, l'autista beduino che ha salvato 30 giovani al rave: ''Non sono un eroe''

27 ottobre 2023 | 16.01
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''Nel mio cuore solo dolore e morte. Vado da uno psicologo per affrontare il trauma''

Israele, l'autista beduino che ha salvato 30 giovani al rave: ''Non sono un eroe''

''C'è solo morte'' nel cuore di Youssef Alziadna, beduino del sud di Israele che la mattina del 7 ottobre ha salvato dalla furia di Hamas 30 giovani che partecipavano al rave musicale di Reim nel deserto del Negev, alcuni dei quali feriti. ''Piango tutti i giorni'' e ''non riesco più a dormire'', racconta ad Adnkronos l'autista arabo-israeliano dopo aver incontrato il presidente Isaac Herzog, che in un tweet ha condiviso l'abbraccio con Alziadna e si è detto ''molto commosso'' per l'incontro con ''un eroe israeliano''. Ma per Alziadna non c'è alcun eroismo nel suo gesto, ''sono un cittadino israeliano e ho fatto solo quello che dovevo fare. E se fossimo stati di più, se ci fossero stati altri con me, avremmo potuto salvare un numero maggiore di persone, indipendentemente dall'entità del pericolo''.

Alziadna sorride nell'abbraccio con Herzog condiviso sui social, ma dopo l'incontro ci dice che ''ciò che conta davvero è che io abbia potuto salvare vite innocenti''. Non vuole sentire parlare di gioia per l'incontro con il presidente israeliano, né di orgoglio: ''Non ci possono essere momenti di gioia, la gioia non ha alcun significato in questo momento, né in questo incontro. La sofferenza e il dolore sono più grandi di tutto ciò che sta accadendo. Abbiamo visto la morte in faccia''. Alziadna ha scelto di condividere un versetto del Corano per esprimere il lutto per le vite perse e le sue condoglianze per le vittime. ''Siamo del Signore e dal Signore torneremo. Solo Dio rimane'', recita.

Herzog ha detto che Alziadna ''fa parte del bellissimo volto dello Stato di Israele'', ma lui, con quel coraggio, ora deve fare i conti tutti i giorni. ''Non riesco nemmeno a raccontare quello che ho visto, la crudeltà di Hamas'', racconta l'autista, che il 6 ottobre con il suo minibus aveva portato al rave nove giovani uomini e donne israeliani. Avrebbe dovuto riportarli a casa il giorno dopo, l'apputamento era a mezzogiorno del 7 ottobre, ma alle 6 del mattino è stato svegliato da una telefonata in cui gli si chiedeva di accorrere immediatamente perché c'era stato un allarme. ''Non ci ho pensato un momento, sono sceso dal letto e mi sono precipitato al luogo della festa'' dove, una volta arrivato, ''ho sentito spari ovunque'' e visto ''migliaia di persone che correvano cercando di evitare gli spari, ma gli sparavano addosso dappertutto''.

L'autista ha quindi caricato più persone che poteva sul suo minibus, 30 persone in tutto compresi i suoi nove clienti. Ma quello che ha visto, il pensiero che si sarebbero potute salvare altre vite, non lo abbandonano. Alziadna ha quindi scelto di avere un supporto psicologico, per cercare di gestire il trauma vissuto da lui e da un'intera nazione. All'evento musicale Supernova nel Negev, il primo attaccato da Hamas, sono state uccise circa 260 persone.

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