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Kashbur (Cesvi): ''La catastrofe di Derna riunirà la Libia, il popolo lo vuole''

18 settembre 2023 | 16.24
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''Aiuti in arrivo dall'ovest del Paese e da tutto il mondo, la gente è stanca delle divisioni. Grande dolore per intere famiglie morte''

Kashbur (Cesvi): ''La catastrofe di Derna riunirà la Libia, il popolo lo vuole''

''Questa catastrofe riunirà il Paese''. Perché è quello che vuole la popolazione libica, ''vuole un Paese unito'' che possa rispettare quello che è ''da sempre un tessuto sociale misto'' e che ne ha abbastanza di ''una divisione che non è tra il popolo dell'ovest e quello dell'est, ma tra Dbeibah e Haftar''. Così, da una Derna devastata dall'uragano Daniel, il referente di Cesvi per la Libia, Ahmed Kashbur, spiega all'Adnkronos ''quello che la gente dice e si augura, il nostro staff e le persone che abbiamo incontrato''. Mentre si piangono i morti e ''si teme la diffusione delle malattie dai cadaveri'' che riaffiorano dalle acque, Kashbur vede nella ''tragedia un motivo per riunire le due parti del Paese''. Proprio oggi, racconta lui che ha madre di Misurata e padre di Bengasi, ''circola la notizia di una possibile riunificazione dell'aeronautica di Tripoli con quella di Bengasi''.

In attesa che si compiano passi formali in questa direzione, quello che sta già avvenendo sul campo è ''la collaborazione tra ovest ed est del Paese in questa tragedia''. E ''non solo il primo giorno, quando'' il primo ministro del governo di unità nazionale Abdul Hamid Mohammed ''Dbeibah ha mandato squadre di soccorso, medici, ambulanze, tecnici per aggiustare linee elettrice e idriche''. Sono arrivate ''il secondo giorno a Derna le milizie di Tripoli a portare aiuti'', ma c'è stata anche una mobilitazione ''a livello di comunità, di popolazione. Sono arrivati anche aiuti umanitari da Misurata e da altre città. Abbiamo visto tanti carichi di aiuti con nomi di città dell'ovest''.

Ma non si tratta solo di beni materiali. A Derna e dintorni, racconta Kashbur, ''sono arrivati tanti ragazzi volontari dall'ovest per dare una mano nella distribuzione di aiuti alla popolazione o per la ricerca dei dispersi''. Insomma, ''tutti si sono uniti di fronte a questa catastrofe''.

'tanti aiuti e scarso coordinamento, grande dolore per intere famiglie morte'

Tutta la Libia unita ad aiutare, oltre alla comunità internazionale: arrivano ''aiuti da tutto il mondo, dall'Italia alla Spagna, dalla Francia alla Turchia, e non mancano, ne abbiamo in abbondanza e non sappiamo più dove metterli - spiega Kashbur - Un po' confusa, invece, la parte organizzativa per il coordinamento degli aiuti e per la loro distribuzione. In Libia non esiste una struttura come la Protezione civile in Italia''. Ed ecco, spiega, che questo ruolo lo hanno preso in mano ''la Mezzaluna Rossa e la Croce Rossa internazionale che si occupano dell'accesso ai beni essenziali, della distribuzione di cibo, coperte, indumenti''.

La situazione resta comunque ''disastrosa da tutti i punti di vista'' spiega Kashbur, ''anche a livello psicologico, perché famiglie intere sono morte, tribù intere sono morte''. E quando parla di famiglia, l'esponente di Cesvi parla di ''una famiglia di 75 persone, tutte vivevano in uno stesso palazzo che è stato spazzato via'' dalle acque della diga che si è rotta, ''23 milioni di litri di acqua si sono abbattuti sulla città, sul centro storico'' di Derna e ''un fiume che era largo 40 metri è diventato largo un chilometro''. E' ''un dolore molto grande'', dice Kashbur, che come Cesvi ''stiamo cercando di affrontare fornendo supporto psico sociale''.

Lo staff del Cesvi, spiega, sta lavorando a Derna ''per identificare i bisogni della popolazione. Stiamo operando per cercare di soddisfare le necessità di acqua potabile e di kit igienici''. Inoltre ''ci stiamo organizzando per aprire un centro sociale per la rieducazione, per un'istruzione informale, senza pagelle o attestati'', ma comunque utile per ''non fermare l'accesso all'istruzione. Lo avevamo già fatto durante la guerra del 2014 quando erano state chiuse le scuole''.

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