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Ucraina, Di Maio: "A oggi non ci sono condizioni per la pace"

24 maggio 2022 | 19.17
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Il ministro degli Esteri: "Si prospetta una guerra lunga e logorante"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

''Si prospetta una guerra lunga e logorante'' in Ucraina. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che, intervistato da Bruno Vespa, spiega come "allo stato attuale, se devo fotografare il momento oggi, non ci siano le condizioni per la pace". ''In questo momento la Russia sta intensificando i bombardamenti sul Donbass davanti a una strenua resistenza dell'esercito ucraino sostenuto da noi'', ha detto Di Maio.

''L'Italia ha costruito un documento di lavoro per un percorso verso la pace'', ma si tratta di un testo ''ancora nella fase embrionale. Abbiamo delineato un percorso che ha l'ambizione di arrivare a un accordo di pace''. ''L'impressione che abbiamo è che proprio perché dobbiamo portare la Russia al tavolo, serve un piano per costruire maggiore dialogo tra le parti. Abbiamo avuto un prima e dopo che sono i fatti di Bucha'', ha ricordato Di Maio sottolineando che allora ''si è fermato qualsiasi negoziato''. Ora "l'Italia vuole ravvivare quel negoziato partendo da due presupporti: uno, che la pace non si impone e quindi si parte dalle condizioni dell'Ucraina''. Di Maio ha, quindi, citato un ''secondo punto, che continuiamo ad aiutare l'Ucraina''. In ogni caso ''ci vorrà tempo'' e occorre ''partire dalle piccole cose''.

''L'Italia è in prima linea per la pace. L'Italia è in prima linea come Paese che vuole costruire un piano per arrivare alla pace. Il lavoro è tutto da costruire insieme ai partner e alle due parti". ''Noi continueremo a essere leali al popolo ucraino perché non ci sono due Paesi sullo stesso piano, c'è un invaso e un invasore. E il nostro obiettivo è favorire il dialogo, ma allo stesso tempo non abbandonare gli ucraini'', ha aggiunto Di Maio. ''Oggi dobbiamo, nel sostenere l'Ucraina, creare le condizioni per far evacuare i civili dove i russi stanno bombardando, far uscire il grano bloccato nei porti e far entrare i beni umanitari'', ha proseguito.

ARMI A UCRAINA - "Non ci sto nel dire che negli ultimi mesi noi abbiamo sostenuto la guerra" rimarca, precisando che quello che si è sostenuto "è solo il principio di legittima difesa del popolo ucraino". "Il punto fondamentale di questa guerra, è che noi abbiamo sempre sostenuto il popolo ucraino nell'esercizio della sua legittima difesa, l'unico approccio che noi abbiamo sempre applicato è la legittima difesa del popolo ucraino", ha precisato il ministro, citando quanto prescritto dall'articolo 51 della Carta dell'Onu, e sottolineando che "siamo tutti d'accordo a dire che serve una escalation diplomatica". "Sono il primo, insieme a tutto il governo Draghi, a dire che serve sempre più l'azione diplomatica per partire da piccoli passi sul terreno per poi arrivare al cessate il fuoco e poi a una conferenza di pace", ha aggiunto.

GRANO - ''Bisogna aumentare la pressione sulla Russia per permettere di sbloccare l'export di grano dai porti ucraini - conclude -. Altrimenti la Russia dimostra di essere la causa dell'incremento dei prezzi dei beni al consumo che si impennano per le famiglie, oltre che per le aziende''. ''La crisi alimentare che si sta generando in tutto il mondo dipende dal grano bloccato nell'area del sud est dell'Ucraina sul Mar Nero'', ha aggiunto.

PETROLIO - ''L'Italia non mette alcun veto alle sanzioni sull'import al petrolio che l'Europa dovrebbe approvare. Siamo pronti a sostenere il sesto pacchetto di sanzioni e c'è un solo paese che sta bloccando questa proceduta'', ha aggiunto. ''Dobbiamo essere tutti uniti sul tema dell'energia diversificando le fonti di approvvigionamento per limitare la dipendenza dalla Russia'', ha aggiunto Di Maio. ''Non tutto il petrolio che arriva in Italia serve l'Italia, in alcuni casi viene raffinato ed esportato'', ha aggiunto.

DIPLOMAZIA - Il governo italiano è convinto che serva una ''escalation diplomatica'' in Ucraina, ma ''sin dal primo giorno è stata contraria a un coinvolgimento diretto della Nato''. Perché questo ''significherebbe far scoppiare una guerra mondiale''. Purtroppo ''i tempi della diplomazia non sono i tempi della guerra ed è per questo che le guerre non dovrebbero scoppiare'', ha aggiunto Di Maio affermando che ''dobbiamo lavorare per far finire questa guerra il prima possibile''.

Di Maio ha aggiunto che ''il prezzo della pace non possono pagarlo gli ucraini togliendogli parte del Paese. La pace deve tutelare la sovranità dell'Ucraina''.

"Dobbiamo lavorare a far finire questa guerra il prima possibile, ma nessuno si può illudere di far pagare il prezzo della pace agli ucraini sottraendo loro metà del Paese, quindi, la pace deve essere una pace non imposta agli ucraini ma un processo che permette all'Ucraina di preservare la sua integrità e la sua sovranità territoriale", ha affermato Di Maio, sottolineando che "il tema della guerra perpetua è assolutamente da scongiurare perché non sempre resta nel posto dove si sta verificando".

Occorre ''accelerare l'approvazione del sesto pacchetto di sanzioni europee''. Perché, dice Di Maio, ''ritardare rischia di mandare un segnale sbagliato'' e perché ''vanno usate le sanzioni per convincere Putin a sedersi al tavolo dei negoziati''.

''L'Italia pronta è a partecipare alla ricostruzione dell'Ucraina'' e ha dato la sua ''piena disponibilità'' in questa direzione. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio intervistato da Bruno Vespa, dicendo che ''ci sono tante aziende italiane che si stanno già facendo avanti da tempo per la ricostruzione''. Inoltre, ha detto Di Maio, ''ci impegniamo anche a promuovere conferenze per raccogliere fondi a livello globale che aiutino gli ucraini a ripartire''.

''Passaggio fondamentale per la ricostruzione dell'Ucraina è il sogno europeo, perché in Ucraina a ci sono giovani e meno giovani che si sentono europei e vogliono vivere in Europa''. Insieme all'Ucraina, occorrerebbe ''accelerare tutti i processi di allargamento''. Di Maio pensa a questo proposito ai Balcani. ''Allarghiamo la famiglia europea ai Balcani, dove ci sono Paesi con cui abbiamo sempre lavorato benissimo e che sono in sintonia con noi'', ha concluso

Dopo il negoziato ''si potrà contare sull'Italia per lo sminamento'' del Mar Nero. Perché a bloccare il grano ucraino nei porti non sono solo ''le navi russe, ma anche le mine galleggianti''. 'Siamo più che disponibili dal punto di vista del sostegno al corridoio del grano nel Mar Nero e a lavorare per lo sminamento. Ci sarà bisogno di dragamine, siamo tra i più bravi al mondo in questo campo'', ha aggiunto Di Maio precisando che ''qualsiasi cosa andiamo a prevedere per l'export di grano dal porto di Odessa prevede un negoziato. Non facciamo passare le navi commerciali mentre si stanno combattendo le navi russi e quelle ucraine o mentre le navi russe bombardando le città ucraine''.

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