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La memoria emotiva di Prada

22 febbraio 2024 | 19.23
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Per il prossimo autunno-inverno Raf Simons e Miuccia Prada riflettono sul concetto di moda gentile come antidoto all’aggressività dei tempi moderni

L'uscita finale di Prada per la fall-winter 2024/25
L'uscita finale di Prada per la fall-winter 2024/25

Una moda gentile per affrontare tempi difficili, come quelli moderni. Per il prossimo autunno-inverno di Prada, Miuccia Prada e Raf Simons rileggono il concetto di romanticismo con frammenti di femminilità, in una storia d’amore con il passato. “Detesto l’idea della nostalgia, come se la storia non insegnasse nulla - dice Miuccia Prada -. La storia insegna tutto, soprattutto nei momenti difficili”. In passerella, tra silhouette affilate, capi che abbracciano il corpo e cappelli che allungano le proporzioni, c’è tutto il vocabolario Prada.

“A me interessa in questo momento l'introduzione del buono e del gentile, del giusto - rimarca la stilista nel backstage della sfilata -. Perché c'è tanta aggressività e cattiveria, noi proviamo interesse, quindi, per altre qualità dell'umanità. Ho letto Walter Benjamin che dice che togliere pezzi di storia non vuol dire essere nostalgici ma toglierli dalla gabbia, liberarli”. Un concetto condiviso anche da Simons: “Ci sforziamo di creare qualcosa di bello - osserva il creativo belga -. E non si può parlare di bellezza senza guardare al passato, alla storia della bellezza che non si può cancellare e che ne definisce la nostra idea oggi. Per questo torniamo sempre al passato. In questo momento così complicato, è fondamentale conoscere la propria storia, chi siamo e da dove veniamo. Possiamo costruire il futuro solo se conosciamo il passato”.

In passerella la gentilezza parla anche attraverso la gestualità delle modelle, con la mano a sfiorare il cuore mentre tengono la borsetta stretta al braccio o allacciata al polso. Le gonne sono asimmetriche, con l’orlo alto, tipico del pantalone, gli abiti in re-nylon e i cappelli tipici delle divise militari sono ricoperti di piume o velluto. I tessuti maschili vengono ingentiliti e resi femminili, persino addolciti da vezzi come ruches e fiocchi bianchi che resistono come “un qualcosa di frivolo - spiega Miuccia Prada - ma che ha un significato. Sono frammenti di storia di moda ma soprattutto simboli d’amore”.

Il chiodo, il bomber e la maglieria vengono rivisitati nelle linee e nei particolari. Come il bomber in stile varsity jacket, capo feticcio dei college americani negli anni ‘50, e poi diventato pezzo fondamentale del guardaroba preppy. “Non si tratta di nostalgia, ma di comprendere chi eravamo e perché ci vestivamo così - spiega Miuccia Prada -. Si tratta di ricordare il nostro passato e di usare questa conoscenza per andare avanti”. La sensazione “è quella del sentimento, della memoria emotiva” le fa eco Raf Simons. C'è un senso della storia ma anche “un’attrazione verso epoche diverse che si vestono di luce nuova”. Guai, però, a parlare di storia narrativa. “Al centro di questa collezione - rimarca il belga - c’è l’amore per la moda, il nostro amore per la moda”. (di Federica Mochi)

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