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L'eleganza pragmatica di Prada

18 giugno 2023 | 17.24
LETTURA: 3 minuti

Per la prossima primavera-estate dedicata all'uomo Miuccia Prada e Raf Simons partono dalla camicia e dalla fluidità architettonica dei capi: "Estendiamo il concetto di semplicità"

L'uscita finale della collezione Prada dedicata al menswear per la primavera-estate 2024
L'uscita finale della collezione Prada dedicata al menswear per la primavera-estate 2024

Non c’è spazio per la rigidità. Da Prada, quando le luci si accendono e dal soffitto iniziano a colare cascate di slime si capisce subito perché la collezione è stata ribattezzata 'Fluid Form'. Un invito alla fluidità, a spogliarsi di fronzoli e orpelli eclatanti quello di Miuccia Prada e Raf Simons che per la prossima primavera-estate dedicata all’uomo elaborano un vocabolario fatto di capi concreti e sartoriali. “Spesso parliamo di semplificazione - dice Miuccia Prada - qui, invece, abbiamo puntato all’espansione di qualcosa di semplice. Se la vita e la sua comprensione sono molto complesse, la semplicità può essere a volte troppo semplice. Ci interessava invece elaborarla ed estenderla, riconsiderando le cose semplici attraverso la sofisticazione dei pensieri”.

Tutto parte dalla camicia, dalla sua struttura, dalla sua leggerezza. Ha applicazioni di frange o una profonda scollatura a 'V' che strizza l’occhio alle divise da lavoro alle quali il designer belga ci ha abituati in passato ma che si infila in shorts a vita alta. I completi puliti e svelti, gli impermeabili e le reporter jacket fanno il resto. L’obiettivo finale è far sì che il corpo si muova libero. “Lo slime rappresenta una ‘fluid architecture’ - spiegano gli stilisti nel backstage della sfilata -. Ci piaceva questa idea dell’architettura fluida, in movimento”. I riferimenti sono all'artista svizzero H. R. Giger, il creatore dei mostri di ‘Alien’ per la pellicola di Ridley Scott ma anche al provocatorio Matthew Barney, ai suoi colori e al suo universo polimorfo.

“Lo scopo era realizzare silhouette sartoriali - precisa Raf Simons - una specie di costruzioni che dessero libertà di movimento. Siamo partiti da qualcosa di neutrale e semplice come la camicia bianca fino a farla scomparire all’interno della collezione”. Una riduzione alla quale il duo creativo non è nuovo ma che ora assume un significato specifico. “Abbiamo ridotto al minimo nelle collezioni precedenti - spiega Miuccia Prada - ma adesso abbiamo iniziato a re-iniettare fantasie, idee ed eccentricità. La cosa importante era la costruzione dei capi, abbiamo lavorato sulla leggerezza”. L’abito, la camicia. In passerella parlano i vestiti. La collezione ribalta gli archetipi tradizionali e conferisce a ogni capo una sorta di eleganza pragmatica.

“La sartorialità può essere completamente diversa da come la conosciamo e la nostra esplorazione parte proprio da qui - evidenzia Raf Simons -. Guardando la sfilata, di primo acchito si vede un classico abito sartoriale da uomo, ma osservandolo bene ci si accorge che è completamente diverso. Il corpo, che è in costante movimento e trasformazione, può finalmente sentirsi libero e a proprio agio”.

Una sartorialità decodificata che non manca di un tocco di sensualità, a partire dalle note di ‘Closer’ dei Nine Inch Nails che rimbombano tra le pareti astratte del Deposito di Fondazione Prada e il pavimento di alluminio industriale. Il lavoro di sottrazione e addizione è incredibile. Al vocabolario ‘very Raf’ come il gilet utility e le maniche extra long si affianca quello della Signora: tagli netti, colletti e decorazioni floreali in 3D. Leggerezza e morbidezza perché "il corpo - assicura Raf Simons - non è qualcosa di immobile”. (di Federica Mochi)

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