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Giustizia, Greco (Cnf): "La riforma è un passo avanti sul terreno delle garanzie"

Il presidente del Consiglio nazionale forense: "Ma la strada è ancora lunga"

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Fotogramma)
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Fotogramma)
17 giugno 2023 | 14.20
LETTURA: 3 minuti

La riforma “è un importante passo avanti sul terreno delle garanzie, anche se la strada è ancora lunga”. Così all’AdnKronos Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense, commenta la riforma della giustizia del ministro Carlo Nordio approvata due giorni fa dal Consiglio dei ministri.

A convincere di più il presidente del Cnf è “sicuramente l'abrogazione del reato di abuso ufficio, una necessità di cui si parlava da tempo e che finalmente il ministro ha attuato”, ma “interessante”, spiega, è “anche la possibilità di contatto tra il giudice e l'indagato prima della eventuale emissione di misura cautelare”, nonché “l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione da parte del pm, e le limitazioni alla pubblicazione delle intercettazioni di soggetti terzi estranei alle indagini. Poco convincenti le possibilità di deroga a questa ultima norma e la limitazione ai soli reati a citazione diretta del principio di inappellabilità della sentenza”.

Quanto all’accusa di ‘bavaglio’ da parte dei critici della riforma in reazione alle intercettazioni, Greco osserva: “Mi sembra che il disegno di legge Nordio coniughi in modo bilanciato tre pilastri fondamentali della nostra Costituzione: la presunzione di innocenza, il diritto alla riservatezza e il diritto all’informazione. La stretta sulle intercettazioni a tutela del terzo estraneo è una positiva evoluzione della protezione della riservatezza delle persone estranee alle indagini. Le intercettazioni sono un mezzo molto utile, se non indispensabile, per le indagini, che però vanno regolamentate. Sono un mezzo invasivo di ricerca della prova ma non vediamo motivi validi per pubblicare dialoghi di terzi che non hanno alcuna attinenza con le indagini”.

Il presidente del Cnf si sofferma, poi, sul rischio, da alcune parti paventato, che l’inappellabilità sia a rischio incostituzionalità. “E' già accaduto con la legge Pecorella - spiega Greco -, tuttavia a quasi 20 anni da quella ordinanza le sensibilità e il terreno politico su ci si muove sono sicuramente cambiati e quindi il rischio potrebbe essere minore. Ma in termini di diritto il precedente sicuramente esiste”.

Il “giudizio è positivo” anche sul collegio di tre giudici per autorizzare la richiesta di custodia cautelare, ma “nella misura in cui esprime un potenziamento del giudice nel momento processuale più sensibile e di impatto per l'indagato come quello relativo alla applicazione della misura cautelare, anche se la norma suscita qualche perplessità laddove non accompagnata da un massiccio aumento degli organici della magistratura e anche del personale addetto agli uffici giudiziari”.

Tornando, poi, all’abuso d’ufficio, Greco ribadisce che “è giusto” abolirlo, “del resto i numeri forniti dallo stesso ministero della Giustizia esprimono un dato in base al quale dal 2020 ad oggi sono stati aperti 5418 fascicoli e di questi 5374 sono stati archiviati. L’abuso d’ufficio è una norma che, pur con i numerosi interventi di riforma, rimane sostanzialmente aperta, con il conseguente rischio di frenare la stessa attività amministrativa per il timore dei pubblici amministratori di sottoscrivere qualsiasi atto di natura provvedimentale.

Nel codice di procedura penale ci sono altre norme tipizzate come quella che punisce i reati di corruzione, concussione, omissione di atti di ufficio, che continueranno a garantire la giusta repressione delle condotte disfunzionali del pubblico ufficiale”. Infine, il presidente del Cnf giudica “opportuna” anche “la modifica” del traffico di influenze, che “mira a meglio definire il concetto di mediazione illecita, recependo le indicazioni espresse dalla Corte di Cassazione. Corretta la previsione che estende la speciale causa di non punibilità già prevista per il reato di abuso di ufficio della collaborazione accompagnata da condotte restitutorie”.

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