"La Commissione propone lo svolgimento di un confronto unitario, con il coinvolgimento delle Assemblee elettive regionali, tra Regioni speciali, Province autonome e Stato, che possa concludersi con una convenzione che tracci le linee procedurali per un percorso comune di revisione degli statuti, come già accaduto nell’esperienza conclusasi con l’approvazione della legge costituzionale del 2001". E' quanto ha proposto il presidente della Commissione parlamentare per le questioni regionali Gianpiero D'Alia al convegno sul futuro delle Regioni speciali alla luce della riforma costituzionale.
"Questa - ha sottolineato - potrebbe essere altresì la sede per delineare soluzioni comuni alle criticità individuate dall’indagine conoscitiva" svolta dalla Commissione sulle problematiche concernenti l’attuazione degli statuti delle Regioni ad autonomia speciale. I problemi emersi nel corso dell'indagine, infatti, sono legati "all’armonizzazione della disciplina della composizione e del funzionamento delle Commissioni paritetiche; alla regolamentazione del procedimento di adozione degli schemi dei decreti legislativi di attuazione degli statuti; alla definizione di principi e criteri direttivi comuni nella disciplina dei rapporti finanziari con lo Stato e a una definizione comune dei criteri di riparto delle competenze, anche alla luce del nuovo assetto costituzionale, al fine di prevenire l’insorgere di nuovo contenzioso dinanzi alla Corte costituzionale".
"Nell’ambito di procedure concordate - ha osservato D'Alia - ciascuna autonomia speciale, in base alle proprie caratteristiche, alle proprie esigenze, alla propria cultura politica, sociale ed economica, potrà organizzarsi ed autodeterminarsi in un quadro condiviso di responsabilità nazionale".
D'Alia ha anche ricordato che la "riforma costituzionale conferma il riconoscimento della specialità regionale e in un certo senso sembra rafforzarla, operando la scelta del mantenimento della stessa, a fronte del ridimensionamento delle competenze delle Regioni ordinarie. Le Regioni a statuto speciale e le Province autonome sono infatti escluse dall’applicazione della nuova disciplina del titolo V. Tale applicazione è inoltre rimessa alla revisione degli statuti, previa intesa con la Regione interessata". "La previsione dell’intesa rappresenta la consacrazione a livello costituzionale del metodo pattizio che ha da sempre improntato il rapporto tra lo Stato centrale e le autonomie speciali - ha sottolineato D'Alia - caratterizzando anche il procedimento di approvazione delle norme di attuazione degli statuti speciali".