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Riforme, Guzzetta: "Assemblea costituente? Andrebbe in corto circuito con il Parlamento"

13 febbraio 2024 | 18.22
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Il costituzionalista: "Lo stato dei partiti oggi e la tendenza al trasformismo rischierebbe di creare in una Assemblea eletta proporzionalmente delle convergenze occasionali o degli accordi al ribasso"

Riforme, Guzzetta:

Una Assemblea costituente per le riforme istituzionali? "Parlare di Assemblea Costituente è una formula intrinsecamente ambigua: si può intendere nel senso stretto di una Assemblea che rifonda lo Stato come espressione di vero e proprio potere costituente o di una Assemblea che revisiona in modo profondo la Costituzione nel rispetto dei principi intangibili della Carta. Mi pare che la proposta di cui si parla (professor Giuseppe Tognon su La Repubblica - ndr) faccia riferimento a questa seconda opzione". Sarebbe legittimo procedere in questo modo? "Da questo punto di vista, sarebbe una ulteriore variante rispetto alle Commissioni bicamerali già sperimentate, ma nel caso della Costituente con una elezione popolare dei componenti dell'Assemblea". Ne parla con l'Adnkronos il costituzionalista Giovanni Guzzetta, professore di Diritto pubblico all'università di Roma Tor Vergata.

Senza una Assemblea costituente la Costituzione italiana corre il rischio non solo di essere aggredita ma anche, come qualcuno ha detto, "sbranata"? "Premessa la legittimità costituzionale di altre procedure - risponde il costituzionalista - non mi sembra corretto ritenere aprioristicamente che seguire il processo previsto dalla Costituzione e dai costituenti significhi sbranare la Costituzione. Anche perché gli stessi costituenti erano consapevoli che sulla forma di governo di cui si parla puntuali revisioni sarebbero state necessarie". La scelta della procedura da seguire per modificare la Costituzione "è fondamentalmente politica: si può seguire il procedimento attualmente previsto dall'articolo 138 oppure seguire un'altra strada come una Commissione o una Assemblea costituente. Ma mi pare che la scelta fatta dalla maggioranza, che ha rinunciato a istituire una commissione bicamerale, vada nel senso di seguire il procedimento attualmente previsto in Costituzione senza immaginare varianti e quindi nemmeno una costituente".

Guzzetta fa presente tra l'altro che "un'Assemblea Costituente sarebbe un organo diverso dal Parlamento che continuerebbe ad operare per la politica ordinaria. Ma non bisogna illudersi sul fatto che tra questi due organi non ci possano comunque esserci interferenze perché anche le scelte dell'Assemblea costituente sono scelte politiche; per giunta se eletta con metodo proporzionale ci potrebbero essere tensioni fra l'indirizzo politico della maggioranza in Parlamento e le maggioranze che si formano in Assemblea costituente con contraccolpi da una parte e dall'altra, soprattutto se e come sembra l'Assemblea costituente dovesse essere eletta con metodo proporzionale".

Tra l'altro "questo tipo di assemblee presuppongono un grande spirito di concordia e dei partiti capaci di tenere indirizzi omogenei. Viceversa lo stato dei partiti oggi e la tendenza al trasformismo così accentuata rischierebbe di creare in una Assemblea eletta proporzionalmente delle convergenze occasionali o degli accordi al ribasso. Non è un caso - rileva - che questo tipo di organi sono normalmente istituiti dopo gravi crisi di regime, rivoluzioni o guerre, quando prevale la volontà comune di ricostruzione". "Io non credo nella purezza tecnica dell'Assemblea costituente. Certo può essere integrata da giuristi 'di alto rango' ma essendo un organo eletto la componente politica sarebbe certamente predominante", conclude. (di Roberta Lanzara)

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