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Il caso 'Heart On My Sleeve': se l'Intelligenza artificiale diventa popstar

17 aprile 2023 | 16.06
LETTURA: 4 minuti

La canzone creata da un software che clona le voci di Drake e The Weeknd è diventata virale sui social, tra dubbi e polemiche

Il caso 'Heart On My Sleeve': se l'Intelligenza artificiale diventa popstar

Una canzone che utilizza l'Intelligenza Artificiale per clonare le voci di Drake e The Weeknd è diventata virale sui social. Intitolato 'Heart On My Sleeve', il brano simula le due star mentre si scambiano rime sulla pop star e attrice Selena Gomez, che è stata fidanzata in passato con entrambi.

L'autore del brano, noto come @ghostwriter, afferma che la canzone è stata creata da un software addestrato sulle voci dei musicisti. "Questo è solo l'inizio", è scritto sotto il video di YouTube della canzone. "Siamo davvero in una nuova era", ha risposto un ascoltatore nei commenti. "Non riesco nemmeno più a distinguere cosa sia autentico o falso". "Questo è il primo esempio di musica generata dall'intelligenza artificiale che mi ha davvero entusiasmato", ha aggiunto Mckay Wrigley, uno sviluppatore di intelligenza artificiale, su Twitter.

Da quando è stata pubblicata venerdì, la canzone è stata vista più di 8,5 milioni di volte su TikTok. La versione completa è stata anche riprodotta 254.000 volte su Spotify.

Il brano, in cui i due musicisti 'imitati' dall'intelligenza artificiale rappano scambiandosi rime e battute, non è perfetto. La canzone ha l'atmosfera graffiante e di bassa qualità di una demo, con le voci che a volte sono piuttosto confuse.

Nessuno dei due artisti ha ancora commentato la canzone, ma Drake ha recentemente espresso disappunto per la clonazione della sua voce. "Questa è la goccia che fa traboccare il vaso: AI", ha scritto su Instagram, dopo essersi imbattuto in un video realizzato da un fan in cui sembrava rappare il brano degli Ice Spice Munch (Feeling U). La denuncia di Drake è arrivata dopo che Universal Music Group ha scritto ai servizi di streaming tra cui Spotify e Apple Music, chiedendo loro che venisse impedito alle società di intelligenza artificiale di accedere ai loro archivi. Probabilmente, infatti, le società che si occupano di intelligenza artificiale usano i servizi di streaming per 'addestrare' i loro software ad imitare le voci delle star. "Non esiteremo a prendere provvedimenti per proteggere i nostri diritti e quelli dei nostri artisti", ha avvertito UMG in una e-mail, pubblicata dal Financial Times.

Diversi siti Web offrono già ai fan la possibilità di creare nuove canzoni utilizzando voci simili a quelle delle più grandi star del pop. Il DJ francese David Guetta ha recentemente utilizzato un sito chiamato uberduck.ai per imitare la voce di Eminem e aggiungerla a uno dei suoi pezzi strumentali."Sono sicuro che il futuro della musica è nell'intelligenza artificiale", ha poi detto alla Bbc. Tuttavia, ha affermato che la tecnologia potrebbe essere utile solo "come strumento", come già si fa con la drum machine e il campionatore. "Niente sostituirà il gusto", ha detto. "Ciò che definisce un artista è che ha un certo gusto, un certo tipo di emozione che vuole esprimere e userà tutti gli strumenti moderni per farlo".

Altre tracce con voci imitate sono diventate virali di recente, con un "deepfake" di Rihanna che canta Cuff It di Beyoncé; e un Kanye West clonato che canta la ballata acustica Hey There, Delilah.

Il rapido sviluppo di queste tecnologie ha scosso l'industria musicale. Heart On My Sleeve, ad esempio, non viola i diritti d'autore, in quanto sembra essere una composizione del tutto originale. L'autore ha anche dichiarato apertamente che Drake e The Weeknd non sono stati coinvolti nella realizzazione della canzone, il che dovrebbe (in teoria) proteggerlo da un'accusa di "contraffazione", cioè di trarre profitto ingannando il pubblico facendogli credere che la voce sia autentica.

In risposta, un'ampia coalizione di musicisti e artisti ha lanciato una "Human Artistry Campaign", il cui scopo è garantire che l'intelligenza artificiale non "eroda" la creatività umana. Sostenuto dalla Recording Industry Association of America, dall'Association for Independent Music e dalla BPI - che unisce i produttori indipendente britannici - il gruppo ha delineato sette principi che definiscono la best practices nell'utilizzo dell'IA e ha sottolineato che la protezione del copyright dovrebbe essere concessa solo alla musica creata dagli esseri umani.

"C'è tantissimo potenziale nell'IA, ma presenta anche dei rischi per la nostra comunità creativa", ha dichiarato il Ceo della Recording Academy Harvey Mason Jr, lanciando l'iniziativa. "È fondamentale chiarire bene da subito come utilizzare l'IA, in modo da non rischiare di perdere la magia artistica che solo gli esseri umani possono creare".

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