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Nati il 29 febbraio, il coreografo Giorgio Mancini: "Data 'bisesta' mi ha fatto sentire speciale"

L'ex danzatore di Bejart: "Sin da piccolo facevo 2 feste il 28 febbraio e il primo marzo, oggi per i miei 60 anni festeggio nel giorno giusto"

Giorgio Mancini
Giorgio Mancini
29 febbraio 2024 | 17.08
LETTURA: 2 minuti

"Essere nato il 29 febbraio mi ha fatto sempre sentire un po' speciale. Ci ripensavo proprio questa mattina, nel giorno del mio 60esimo compleanno, che quest'anno cade proprio il giorno 'giusto'. Certo, quando non c'è la tua data sul calendario ci si sente un po' menomati, ma io sin da piccolo, grazie a mia madre, non mi sono mai sentito, come molti, 'orfano di compleanno', perchè lei aveva trovato questa soluzione: mi faceva felice con una doppia festa, una il 28 per celebrare il mese e una il primo marzo per festeggiare il giorno. E io, anche da grande ho mantenuto questa tradizione". L'ex danzatore del Béjart Ballet di Losanna, oggi coreografo, Giorgio Mancini, confessa all'Adnkronos di essere fiero del suo essere 'leaper' come sono stati ribattezzati i nati il 29 febbraio (dal nome dell'anno bisestile leap year, anno del salto).

"Sicuramente quando c'è l'anno bisestile, il 29 febbraio è sicuramente una data che viene ricordata più facilmente, e lo vedo dal tripudio di auguri che mi arrivano, anche da gente che non vedo e non sento da tempo". Ma un 'cruccio' c'è: "Una cosa più difficile da accettare - riflette Giorgio Mancini - è il fatto che nei compleanni 'tondi' e 'importanti', i decennali, quando sono dispari non c'è mai il 29: in altre parole, io che sono del 1964, quando ho festeggiato i 30 i 50 non ho potuto farlo nel mio giorno di nascita perché non c'era il 29 febbraio, ma a 20, 40 e 60, oggi nello specifico, festeggio 'in regola'. Sono felice di farlo, anche se, stamattina mi è venuto un pensiero: il prossimo compleanno 'decennale' con il 29 febbraio sarà per i miei 80 anni. E mi è venuto un brivido all'idea", sorride il coreografo, impegnato nella sua prossima creazione 'Nuit Dansée', che debutterà dal 26 al 28 aprile a Parigi al Palais des Congrès, con solisti, primi ballerini ed étoile del Balletto dell'Opera di Roma, e con i costumi della Maison Dior, immaginati da Maria Grazia Chiuri.

L'ex stella della danza e oggi coreografo di fama mondiale confessa infine di non aver mai avuto problemi burocratici, con i documenti o altro, a causa della sua data di nascita, tranne "tanti anni fa quando ho aperto il mio profilo Facebook e alla voce 'data di nascita' non c'era il 29 febbraio ma negli anni l'hanno messa. Neanche loro volevano lasciarci 'senza compleanno'", ironizza.

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