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Ue: a Santiago Mes sul tavolo, presidenza spinge per riforma patto stabilità

L'Italia non ha ancora ratificato la riforma che farebbe del Mes il backstop, cioè il garante, del Fondo di risoluzione unico

(Fotogramma)
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15 settembre 2023 | 09.56
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La ratifica della riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, spina nel fianco di tutti i governi dal Conte bis in poi, sarà formalmente sul tavolo dell'Eurogruppo domani a Santiago de Compostela, che sarà seguito dall'Ecofin informale. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti informerà i colleghi dello stato del dossier: l'Italia non ha ancora ratificato la riforma che farebbe del Mes il backstop, cioè il garante, del Fondo di risoluzione unico. I colleghi del ministro vogliono capire come procederanno i lavori parlamentari e le spiegazioni di Giorgetti saranno "utili", perché "non è semplice per degli osservatori esterni “capire le procedure" del Parlamento italiano, dice un alto funzionario Ue. Il problema, nella ratifica della riforma del Mes, non è procedurale, ma eminentemente politico: la Lega, e non solo la parte più in linea con il segretario Matteo Salvini, è in gran parte fermamente ostile alla ratifica della riforma, che pure venne negoziata principalmente dal ministro dell'Economia del Conte uno, Giovanni Tria, anche se poi fu Roberto Gualtieri (Conte due) a chiuderla. "Non gliela voteremo mai", ha assicurato una fonte della Lega all'Adnkronos.

La stessa Meloni venne a Bruxelles nel 2019 e, incontrando i giornalisti fuori dalla sede del Consiglio, spiegò a lungo per quali motivi la riforma del Mes era negativa per gli interessi italiani. Ai partner dell'area euro, però, le dinamiche interne della politica italiana interessano relativamente: quello che chiedono è che l'Italia rispetti gli impegni presi in sede internazionale, come hanno fatto tutti gli altri 19, ratificando la riforma. Giorgetti lo sa perfettamente: il ministro, spiega la fonte Ue, "è ben consapevole" delle aspettative dei colleghi. Anche il suo predecessore, Daniele Franco, aveva temporeggiato, insieme a Mario Draghi, ben sapendo che il M5S e la Lega non avrebbero mai votato la ratifica del Mes, che, anche per via della crisi finanziaria da cui è nato, in Italia ha pessima stampa. A prescindere dai contenuti della riforma, poco nota al di là degli addetti ai lavori (oltre al backstop, riguarda tra l'altro le Single-Limb Cacs), il Mes è da tempo politicamente radioattivo. Ma ormai il tempo è scaduto: tutti gli altri Paesi hanno provveduto a ratificare il trattato e la palla, o la croce, è passata al governo Meloni, con Giorgetti.

Mes a parte, l'altro piatto forte delle riunioni in Galizia sarà la riforma del patto di stabilità e crescita: se non sarà raggiunta un'intesa entro fine anno, rischiano di rientrare in vigore le vecchie regole del patto. Si tratta di una soluzione non ottimale, ha sottolineato più volte la Commissione, anche perché nessuno pensa che, nel caso, l'esecutivo Ue tornerebbe a praticare l'austerity degli anni Dieci, mandando alle capitali quelle che Matteo Renzi definì "ridicole letterine": si procederebbe in qualche modo, forse con una comunicazione, per ammorbidire le regole, che tornerebbero in vigore per la disattivazione della clausola di salvaguardia, attivata nel marzo 2020 in piena pandemia Covid. Meglio sarebbe trovare un'intesa su regole nuove, che funzionino e che vengano fatte rispettare, anche perché, in assenza di un'intesa, gli investitori potrebbero innervosirsi. La presidenza spagnola sta spingendo molto per cercare di trovare una sintesi che metta d'accordo i Paesi membri, ma sembra che non tiri aria di intesa questa settimana: il 'cammino' della riforma del patto di stabilità andrà probabilmente oltre Santiago. La ministra dell'Economia e vicepremier spagnola Nadia Calvino, ha spiegato una fonte Ue, farà "il punto sullo stato attuale della situazione in materia di regole di bilancio", con l'obiettivo di "presentare una prima proposta di accordo, se possibile, nel prossimo Ecofin di ottobre", che si riunirà a Lussemburgo.

I nodi da sciogliere sono quattro, ha ricordato la fonte: "L'equilibrio istituzionale, le salvaguardie per assicurare un livello di riduzione minimo del debito, gli incentivi per gli investimenti e le riforme, l'enforcement", cioè le sanzioni per chi non rispetta le regole. Nessuno dei quattro può essere affrontato separatamente: "Il negoziato - avverte - va inteso come un pacchetto, nel quale qualsiasi compromesso dovrà tenere conto di queste quattro dimensioni in maniera parallela". E' noto che l'Italia chiede tra l’altro, come aveva chiesto già Mario Draghi, un trattamento diverso per gli investimenti per la transizione verde e digitale, e per la difesa (il ministro Guido Crosetto ha osservato che il Paese farà fatica a rispettare il target del 2% del Pil fissato dalla Nato proprio a causa dei vincoli di bilancio Ue): il rischio, in assenza di incentivi a fare questo tipo di investimenti, è che i Paesi dal bilancio meno elastico, come l'Italia, semplicemente non li facciano, pregiudicando così gli obiettivi comuni dell'Ue. La distanza tra gli obiettivi ambiziosi che l'Unione si dà e i mezzi che predispone per raggiungerli prima o poi dovrà essere accorciata, ricordava una fonte diplomatica a Bruxelles.

Sul tavolo dell'Ecofin dovrebbe arrivare la nomina del presidente della Bei, che per ora è in mano al ministro belga Vincent van Peteghem, presidente del consiglio dei governatori. In lizza sono la spagnola Nadia Calvino, la polacca Teresa Czerwinska, l'italiano Daniele Franco, la danese Margrethe Vestager e lo svedese Thomas Oestros. La Spagna è sicura di avere presentato una candidatura forte: Calvino è di casa a Bruxelles, ha lavorato alla Commissione Europea e ha un curriculum di tutto rispetto. Anche Franco e Vestager sono candidati di peso: la partita potrebbe risolversi a Santiago, anche se sarà Van Peteghem a decidere se portare la materia sul tavolo dell'Ecofin.

La nomina di Piero Cipollone all'esecutivo della Bce, al posto di Fabio Panetta, che diventerà governatore della Banca d'Italia è scontata: il punto, prevede una fonte europea, dovrebbe passare rapidamente nell'Eurogruppo, essendo Cipollone l'unico candidato. La nomina poi passerà al Consiglio, che adotterà la raccomandazione, e alla Bce, dopodiché approderà al Consiglio Europeo, che la formalizzerà dopo aver consultato il Parlamento Europeo e la Bce. Per quanto riguarda l'agenda delle riunioni, domani si inizierà con l'Eurogruppo, che sarà piuttosto ristretto, con una discussione sullo stato dell'economia europea, dopo le decisioni di oggi della Bce, che ha rialzato ancora una volta i tassi malgrado la Germania si avvii alla recessione, e le previsioni economiche della Commissione, che indicano un "ulteriore indebolimento delle prospettive a breve". Si passerà poi alla nomina di Cipollone e alle spiegazioni di Giorgetti sulla ratifica del Mes.

Poi inizierà l'Ecofin, che nella giornata di venerdì sarà allargato ai ministri dell'America Latina e dei Caraibi (insieme Ue e quest'area pesano per il 20-21% del Pil mondiale), per un totale di "un centinaio di delegazioni", tra ministri, banche centrali e istituzioni multilaterali. Con i colleghi d'oltreatlantico i ministri europei parleranno del Global Gateway, il programma infrastrutturale dell'Ue, concepito come un concorrente della Belt and Road Initiative cinese. Per i partner latinoamericani sono disponibili "45 mld di euro di finanziamenti" per progetti legati alla transizione verde e digitale. Si parlerà poi dell'architettura finanziaria internazionale, in vista di riunioni più ampie come le assemblee dell'Fmi e della Banca Mondiale, e anche in preparazione della Cop28 prevista in novembre. La riunione di Santiago è "un passo intermedio", dove Europa e America Latina cercheranno di coordinarsi; l'obiettivo della presidenza spagnola è rendere questo tipo di consultazioni più regolare, per avvicinare le due sponde dell'Atlantico. Sabato, l'Ecofin informale passerà al formato europeo, con una colazione in cui si discuterà della riforma del patto di stabilità e poi della situazione economica in Europa. Il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe informerà l'Ecofin della discussione del giorno prima sulla materia. La Commissione illustrerà le previsioni economiche e la presidente della Bce Christine Lagarde dovrebbe discutere con i ministri delle decisioni assunte oggi sui tassi.Dopo la colazione, sul tavolo dei ministri sarà il coordinamento tra la politica economica e la politica monetaria, con il contributo di due esperti, tra cui l'ex capo economista della Bce Lucrezia Reichlin. L'ultimo punto sarà una discussione sulla sicurezza economica e i beni pubblici europei. I ministri discuteranno delle "principali sfide connesse all'esistenza di beni pubblici a livello europeo" e della necessità di incorporare nel dibattito sulla politica economica gli elementi legati alla "sicurezza e all'autonomia strategica".

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