(Aki) - Nel suo discorso di ieri Miitig ha spiegato di voler puntare di un "governo di crisi" a cui partecipino tutte le forze politiche e sul decentramento dello stato, con la devoluzione di alcuni poteri alle regioni. Dilagare delle milizie armate, parlamento paralizzato dalle tensioni politiche e gruppi autonomisti, quando non secessionisti, attivi soprattutto nell'est sono le sfide con cui il 42enne uomo d'affari originario di Misurata dovra' fare i conti e che hanno fatto cadere quattro altri governi dal 2012 a oggi.
In un discorso pronunciato in diretta tv ieri sera, Miitig, a cui sono stati concessi 15 giorni di tempo per formare il nuovo governo, ha annunciato di voler dialogare con tutte le forze politiche e con le organizzazioni rappresentative della piu' ampia fetta possibile della societa', per arrivare a formare un esecutivo frutto di un "accordo nazionale".
"Voglio formare un governo di crisi - ha spiegato - un governo che sia fondato su quattro pilastri: aumentare il controllo e la sovranita' dello stato, ricostruire le istituzioni militari e della sicurezza, avviare una riconciliazione nazionale e trovare una soluzione urgente ai processi e alle rivendicazioni relativi alla transizione". Nel suo discorso di insediamento, Miitig ha infine annunciato di voler "decentralizzare" lo stato e dare piu' poteri alle comunita' regionali, investendole in particolare del potere di dar vita a progetti di sviluppo, che creino rilancio dell'economia e lavoro.