Il tribunale di Giza, alle porte del Cairo, ha commutato in ergastolo la pena di morte inflitta in precedenza alla Guida Suprema dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, e ad altri sette dirigenti della Fratellanza, movimento messo al bando nell'estate del 2013. Lo riporta la tv di stato egiziana, spiegando che per altri sei imputati, processati in contumacia, la condanna a morte è stata confermata.
Badie e gli altri condannati erano accusati di aver incitato la folla alla violenza e all'uccisione di manifestanti del fronte avverso durante le proteste di luglio 2013 a Giza.
Tra gli altri condannati all'ergastolo si contano il segretario generale del disciolto partito della Fratellanza, Partito Libertà e Giustizia, Mohammed al-Beltagi, nonché il vice leader del partito, Essam al-Erian. Tra gli imputati per i quali la condanna a morte è stata invece confermata si annovera Assem Abdel Maged, leader della Gamaa Islamiya.
Tutti gli imputati sono finiti sono processo con l'accusa di aver incitato alle violenze che a luglio 2013 portarono all'uccisione di 10 persone e al ferimento di altre 20 nei pressi della Moschea Istiqama di Giza. Il 16 giugno le condanne a morte di Badie e degli altri 13 imputati erano state respinte dal gran mufti Shawqi Allam, che ha l'ultima parola in materia di pena capitale. Lamentando una carenza di prove, Allam aveva chiesto ai giudici di riconsiderare il caso.
Badie ha subito anche un'altra condanna a morte e un'altra condanna all'ergastolo. Da quando il presidente islamico Mohamed Morsi è stato destituito a marzo scorso, le nuove autorità egiziane hanno attuato una stretta sui Fratelli Musulmani, che sono stati messi fuorilegge. Centinaia di loro dirigenti e sostenitori sono finiti sotto processo e tutti i loro beni e quelli del loro partito sono stati sequestrati.
