E' un appello agli Stati Uniti perché aprano le loro porte ai cristiani minacciati dai jihadisti dello Stato islamico (Is) in Iraq quello che viene dalla Minority Humanitarian Foundation, organizzazione caldea con sede negli Usa, in contatto con i 70mila caldei fuggiti da Mosul. ''Gli Usa e i Paesi alleati devono aprire le loro porte'', ha detto il portavoce del gruppo Mark Arabo.
''Circa 70mila innocenti ci hanno contattato nelle ultime due settimane chiedendo di essere aiutati e dicendosi pronti ad andare ovunque potessero perché non possono tornare a casa - ha aggiunto - Non si tratta di dare loro un panino in più, una tenda o una medicina. Si tratta di dire al mondo di dare una casa alle vittime del genocidio. Dobbiamo comportarci come abbiamo fatto con la Bosnia''.
La maggior parte dei caldei in fuga dalla zona di Mosul ha trovato rifugio in zone curde, ma c'è il timore per l'arrivo dell'inverno. Secondo Arabo, negli Usa ci sono circa 70mila famiglie caldee pronte ad aiutare coloro che saranno accolti negli Stati Uniti. ''Dobbiamo trovare loro una collocazione e gli Stati Uniti sono la scelta migliore'', ha detto l'Arcivescovo Sarhad Yawsip Jammo della Chiesa Caldea dell'America. ''Abbiamo già 250-300mila caldei in Usa. Non possono tornare a casa'', ha detto al sito di informazioni Rudaw.