A ogni famiglia di rifugiati quella che un tempo era una cella. Avviato un progetto di riqualifica dell'ex prigione con i giovani dediti ai murales.
E' un ex carcere ad Akre, città di montagna nella provincia di Dohuk, il punto di partenza per tornare alla normalità per i curdi siriani fuggiti dagli scontri in corso nella terra natìa con l'avanzata dello Stato Islamico (Is). Nell'ex caserma, che è stato anche un compound militare in epoca baathista, i bambini giocano tra loro, anche nel giardino antistante. I ragazzi, invece, sono impegnati nella realizzazione di murales per rallegrare la struttura. A sostenerli nel progetto l'ong Rise Foundation e insegnanti d'arte locali.
Akre è diventata, di fatto, un insediamento di rifugiati che ospita poco meno di 1.500 persone, tra cui molti bambini, che vivono in piccoli appartamenti ricavati in quelle che un tempo erano celle. ''Ci hanno dato una stanza a ognuno'', ha detto un'insegnante di inglese di 24 anni, Kawther Ahmed, originaria di Damasco. Circa un anno fa è arrivata ad Akre con la famiglia e l'amministrazione del campo del governo regionale del Kurdistan ha cercato di far sentire i curdi siriani a casa. ''Paragonato alle tende, questo edificio è meglio'', ha aggiunto.
