A margine della conferenza dei leader tribali libici che si è aperta ieri al Cairo e che si concluderà domani, Mulya Gadidi spiega che la sua "non è una richiesta di soccorso alla comunità internazionale, ma dal momento che è stata la causa della distruzione della Libia allora deve assumersi le sue responsabilità"
"La comunità internazionale si assuma le sue responsabilità per risolvere la crisi libica". E' quanto dichiara ad Aki-Adnkronos International il presidente del Supremo consiglio delle tribù tuareg in Libia, Mulay Gadidi. A margine della conferenza dei leader tribali libici che si è aperta ieri al Cairo e che si concluderà domani, Gadidi spiega che la sua "non è una richiesta di soccorso alla comunità internazionale, ma dal momento che è stata la causa della distruzione (della Libia) allora deve assumersi le sue responsabilità. Se non è in grado di contribuire a trovare soluzioni - aggiunge - che si tolga di mezzo".
Dalla conferenza del Cairo, il leader tuareg si aspetta "la creazione di un organismo che riunisca tutte le tribù come già ne sono esistiti, ma non sono serviti al loro scopo". Gadidi ricorda che l'incontro in corso "non è il primo e non sarà l'ultimo. Questa conferenza - sottolinea - è il frutto di una serie di colloqui all'interno della Libia, dove a causa della situazione di sicurezza non è stato possibile riunirsi".
In tal senso, il leader tribale apprezza lo sforzo dell'Egitto "che ci ha offerto tutto l'aiuto" necessario alla realizzazione dell'evento e si mantiene alla giusta distanza "senza intromettersi nell'agenda dei lavori". Quanto alla situazione delle tribù tuareg libiche, Gadidi spiega che esse "soffrono come le altre per la mancanza di servizi e sicurezza nelle loro aree" ma preferisce non parlare del ruolo che questo gruppo etnico si augura di svolgere nella Libia futura poiché "non vogliamo suscitare questioni che possano influenzare negativamente la conferenza", conclude.
