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Iran: il religioso Milani, Rohani rischia di non essere rieletto

21 aprile 2017 | 12.15
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Iran: il religioso Milani, Rohani rischia di non essere rieletto

Il presidente iraniano, Hassan Rohani, "rischia seriamente di non essere rieletto" alle elezioni del 19 maggio e "sarebbe il primo presidente nella storia della Repubblica Islamica a non riuscirci". E' quanto sostiene l'hojatoleslam (grado della gerarchia sciita inferiore solo a quello di ayatollah) Mostafa Milani Amin, di origini iraniane ma cresciuto in Italia, che in un'intervista ad Aki-Adnkronos International commenta la corsa alla presidenza iraniana.

Il motivo per il quale Rohani rischia la sconfitta, secondo Milani, è "chiaro". Il presidente ha puntato tutto sull'accordo nucleare che "nella pratica si è rivelato un fallimento o almeno non ha dato i risultati che si aspettavano gli elettori soprattutto sotto l'aspetto economico".

"Inoltre Rohani - sostiene l'hojatoleslam, tornato in Iran circa 24 anni fa per studiare al seminario teologico di Qom - aveva promesso la ripresa economica, mentre oggi il Paese è vessato da una recessione e da un aumento del tasso di disoccupazione senza precedenti, e anche di ridare onore e gloria al passaporto iraniano, ma oggi ai cittadini iraniani viene persino negato l'ingresso negli Stati Uniti. Insomma, la maggior parte delle promesse elettorali di Rohani non si è realizzata e perciò molti di coloro che lo avevano eletto oggi non hanno più intenzione di rivotare per lui".

Il recente ordine dato dal presidente Usa, Donald Trump, di rivedere l'accordo sul programma nucleare iraniano è un ulteriore freno alla corsa al secondo mandato del leader riformista, secondo Milani: "La decisione di Trump danneggerà sicuramente Rohani alle elezioni". In realtà, spiega il religioso, il presidente ha già pagato a caro prezzo il 'tradimento' di Obama, il quale "non ha rispettato l'accordo, che prevedeva l'annullamento delle sanzioni: quelle bancarie, che sono le più importanti, praticamente non sono ancora state revocate perché le grandi banche mondiali temono ancora di essere colpite dall'ira di Washington".

"Trump - prosegue il religioso, che attualmente vive e lavora a Qom dove si occupa della traduzione del Corano in lingua italiana - ha sempre detto che l'accordo sul nucleare è il peggiore mai visto. Quindi è naturale che voglia rivederlo. Anzi, se potesse lo straccerebbe, ma sa bene che gli costerebbe caro e isolerebbe gli Stati Uniti che, questa volta, sicuramente non sarebbero seguiti nell'attuare nuove sanzioni per così dire paralizzanti contro l'Iran".

La mossa di Trump, è convinto Milani, "rinforzerà i rivali di Rohani. Forse è proprio questo che vogliono alcuni a Washington per avere un pretesto per distruggere l'accordo, anche se nessuno dei candidati rivali del presidente ha espresso la volontà di non rispettare l'intesa".

Riguardo agli sfidanti, dopo il recente annuncio della lista finale dei candidati ammessi dal Consiglio dei Guardiani, con l'esclusione dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, "il polo rivoluzionario, rappresentato da Raisi e Qalibaf, è davvero un grosso pericolo per Rohani, ma un pericolo ancora più grande è il suo mediocre operato e la lunga lista dei suoi palesi insuccessi, soprattutto in campo economico - conclude Milani - A mio parere gli unici candidati che posso minacciare Rohani sono Raisi e Qalibaf".

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