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Siria: 191mila morti dal 2011, Pillay (Onu) denuncia 'paralisi internazionale'

22 agosto 2014 | 12.19
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(Infophoto)
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Sono almeno 191.369 i morti a causa del conflitto in Siria tra il marzo del 2011 e la fine dello scorso aprile. Lo rivela l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite, diffuso oggi. L'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navy Pillay, ha denunciato una "paralisi internazionale" di fronte alla guerra nel Paese arabo e ha definito in un comunicato "scandalosa" la scarsa attenzione per quanto accade in Siria.

Il rapporto, in cui si sottolinea come il bilancio fornito sia molto probabilmente una "sottovalutazione del reale numero di vittime", non distingue tra combattenti e civili. Il maggior numero di vittime è stato documentato nella zona di Damasco (39.393), mentre 31.932 sono i morti nella provincia di Aleppo, 28.186 in quella di Homs, 20.040 in quella di Idlib, 18.539 in quella di Daraa e 14.690 in quella di Hama.

Circa l'85,1% delle vittime documentate sono uomini, mentre tra i morti ci sono almeno 8.803 minori, compresi 2.165 bambini con meno di dieci anni. Resta comunque ancora da verificare l'età dell'83,8% delle vittime.

"Il totale delle vittime è più del doppio rispetto a quelle documentate fino a un anno fa", ha detto la Pillay. "Sono profondamente dispiaciuta per il fatto che, alla luce di tanti altri conflitti armati in questo periodo di destabilizzazione globale, i combattimenti in Siria e il loro impatto terribile su milioni di civili siano fuori dall'attenzione internazionale - ha affermato - La paralisi internazionale ha rafforzato gli assassini, coloro che distruggono e torturano in Siria".

Per la Pillay, la comunità internazionale deve "adottare misure serie per porre fine ai combattimenti" e bisogna "smettere di alimentare questa monumentale ed evitabile catastrofe umanitaria con la fornitura di armi ed equipaggiamenti militari".

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