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Siria: attivisti, 910 vittime da inizio raid coalizione anti-Is

22 novembre 2014 | 13.26
LETTURA: 2 minuti

Uccisi anche 52 civili, tra cui otto bambini e cinque donne. 785 i militanti dell'Is morti ed enormi i danni a pozzi petroliferi e raffinerie. Per l'Osservatorio sui diritti umani, il bilancio reale potrebbe essere molto più grave

Un'immagine di Homs - INFOPHOTO
Un'immagine di Homs - INFOPHOTO

E' di 910 persone uccise il bilancio dei raid condotti dalla coalizione internazionale contro lo Stato islamico (Is) tra il 23 settembre e la scorsa notte. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo i quali tra le vittime si contano anche 52 civili, tra cui otto bambini e cinque donne.

I civili, secondo gli attivisti, sono morti nei raid aerei contro raffinerie e giacimenti di petrolio nelle zone di al-Hasakah, Deir Ezzor, al-Raqqa, Aleppo e Idlib. Si contano inoltre 72 vittime tra i combattenti del Fronte al-Nusra, alleato di al-Qaeda. I raid della coalizione hanno preso di mira alcune loro basi a ovest di Aleppo e a nord di Idlib.

Il maggior numero di vittime, 785, si conta nelle file dell'Is, preso di mira a Homs, Hama, al-Hasakah, al-Raqqa, Deir Ezzor e Aleppo. Si tratta in gran parte di combattenti non siriani. Una vittima, infine, tra i militanti dei Battaglioni islamici.

L'Osservatorio ritiene tuttavia che il bilancio complessivo delle vittime possa essere molto più grave di quello finora attestato, perché ogni gruppo militante tende a mantenere nascoste le sue perdite e perché molte delle località su cui si concentrano i raid sono inaccessibili.

Incalcolabile ma senza dubbio ingente, infine, il bilancio dei danni economici, visto che molti dei raid della coalizione si sono concentrati su edifici pubblici, giacimenti petroliferi e raffinerie.

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