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Francia: Turchia, da Parigi cooperazione insufficiente su caso Boumeddiene

13 gennaio 2015 | 11.44
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Francia: Turchia, da Parigi cooperazione insufficiente su caso Boumeddiene

"Insufficiente". Così la Turchia ha definito la cooperazione con la Francia in materia di lotta al terrorismo, rispondendo a quanti hanno accusato il paese musulmano di aver permesso a Hayat Boumeddiene, moglie dell'uomo che la scorsa settimana ha ucciso quattro ostaggi in un supermercato di Parigi, di attraversare indisturbata il suo territorio ed entrare in Siria.

Fonti dell'intelligence turca hanno riferito al quotidiano Hurriyet che Ankara ha avvertito le autorità francesi della presenza della Boumeddiene sul suo territorio nei giorni degli attentati a Parigi. Ma, secondo le fonti, la Francia ha insistito per almeno otto ore sul fatto che la donna si trovava invece nel minimarket in cui si era rinchiuso suo marito Amedy Coulibaly, insieme ai suoi ostaggi.

Solo dopo lunga insistenza la Francia avrebbe fornito all'intelligence turca il numero di cellulare della Boumeddiene, tramite il quale Ankara è riuscita a verificare gli spostamenti della donna dall'aeroporto di Istanbul a un albergo e da qui alla città di Akcakale, nella provincia meridionale di Sanliurfa, da dove è entrata in Siria l'8 gennaio.

I servizi di Ankara sono anche riusciti a identificare i quattro turchi con cui la donna franco-algerina è entrata in contatto nei sei giorni trascorsi in Turchia e hanno constatato che è entrata illegalmente nella provincia siriana di Raqqa attraverso la città frontaliera di Tel Abyad. Per la Turchia, la cooperazione con la Francia è stata "insufficiente" non solo per il ritardo con cui Parigi ha trasmesso i dati sulla Boumeddiene, ma anche perché non ha mai fornito una lista completa dei francesi sospettati di militare nello Stato islamico (Is).

Secondo le fonti di Hurriyet, la lista comprende 1.200 nomi, ma le autorità francesi hanno segnalato a quelle turche i nomi di appena 500 persone. Tra questi non c'era quello della Boumeddiene, che per questo non poteva essere arrestata al suo arrivo a Istanbul.

Ieri il ministro turco degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, ha ammesso che la donna è arrivata a Istanbul il 2 gennaio da Madrid. Un video girato dalle telecamere a circuito chiuso dell'aeroporto della città sul Bosforo la mostra in compagnia di un uomo mentre supera i controlli alla dogana. In seguito all'ammissione di Cavusoglu, il ministero siriano degli Esteri ha accusato la Turchia di "agire come terreno principale di transito per i terroristi che entrano ed escono illegalmente dalla Siria", rendendosi quindi loro "complice".

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