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Iraq: musica contro le bombe, direttore orchestra suona in luogo attentato

30 aprile 2015 | 12.28
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Concerto di Karim Wasfi a Baghdad, 'il mio è un forte messaggio di pace'

Iraq: musica contro le bombe, direttore orchestra suona in luogo attentato

La musica contro la violenza. Il suono del violoncello come antidoto al frastuono delle bombe. Il direttore dell'Orchestra sinfonica nazionale d'Iraq, il maestro Karim Wasfi, ha suonato un concerto per violoncello nel suo quartiere di Baghdad, a Mansour, dove la sera precedente un'esplosione aveva provocato nove morti.

'Malinconia Baghdad' è stato il titolo del concerto - durato una ventina di minuti - che il maestro ha composto per le "anime cadute e tutti coloro che vivono nel terrore" degli attentati che ogni giorno scuotono la capitale irachena, provocando una lunga scia di sangue.

Wasfi, 'armato' del suo strumento, ha condiviso la sua musica con i passanti, suonando nel luogo dove poche ore prima era esplosa un'autobomba. Presto una folla si è radunata intorno al maestro, le cui immagini tra le macerie hanno fatto subito il giro del web.

"Voglio mandare un forte messaggio di pace" e cosa più importante "creare bellezza, cultura e raffinatezza", ha spiegato il direttore in un'intervista ad al-Arabiya. "La gente - ha proseguito - pensa che la musica sia intrattenimento, invece io penso che la musica sia un modo per andare oltre".

Il concerto - ha raccontato Wasfi - è stato un successo inaspettato. "Erano molto felici - ha detto, riferendosi ai tanti abitanti del quartiere accorsi - Si sono sentiti come degli spiriti che si librano nell'aria, quasi in uno stato di unione con coloro che hanno perso la vita". Dopo poche note del suo violoncello, la gente "ha iniziato a pulire e a raccogliere i vetri e le macerie" provocate dall'esplosione che si è portata via due famiglie.

Wasfi, che ha studiato negli Usa, ha scelto di restare in Iraq per continuare a inseguire la "bellezza" e la "civiltà". Per farlo ha sacrificato anche i suoi affetti. "Mia moglie mi ha lasciato perché sono voluto rimanere, presto divorzieremo", ha sottolineato il maestro che, malgrado critiche ai suoi concittadini per essersi "arresi alla routine della violenza quotidiana", non ha nessuna intenzione di lasciare Baghdad.

I suoi due bambini, di sei e otto anni, sono invece al sicuro, all'estero. "Abbiamo vissuto due grandi esplosioni a Baghdad, poi li ho portati via perché rimanere non era un'opzione logica e che garantiva la loro sicurezza - ha concluso Wasfi - ma non mi sento colpevole per quello che ho fatto. Ho dato loro solo una chance di vivere all'estero".

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