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Mostre: a Cremona risplendono gli arazzi dedicati a Sansone

Dal 29 marzo al 30 agosto il Padiglione delle Esposizioni annesso al Museo del Violino ospiterà l'allestimento 'I Magnifici Intrecci'

Particolare dell'arazzo dedciato alla lotta di Sansone contro il leone
Particolare dell'arazzo dedciato alla lotta di Sansone contro il leone
23 marzo 2015 | 13.17
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Il celebre ciclo di arazzi dedicato alle 'Storie di Sansone' del Duomo di Cremona torna finalmente alla luce dopo oltre sessant’anni nell'esposizione 'I Magnifici Intrecci. La forza di Sansone negli arazzi della Cattedrale di Cremona'. I 12 arazzi, sette dei quali restaurati, saranno esposti dal 29 marzo al 30 agosto al Padiglione delle Esposizioni annesso al Museo del Violino.

A questo ciclo unitario, verranno affiancati altri due arazzi, residui di un ciclo in gran parte andato disperso sulle 'Storie di Gesù'. La mostra, curata da Achille Bonazzi, ospiterà oltre quattrocento metri quadrati di tessuti finemente intrecciati e realizzati dalla manifattura Raes di Bruxelles nel primo Seicento.

Le 'Fatiche di Sansone' vennero concepite in piena Controriforma, per l’esigenza di addobbare il Duomo nelle grandi solennità, con apparati che raccontassero storie bibliche e dessero valore agli spazi interni del tempio. Nel 1629 i prefetti della Fabbriceria di Cremona decisero di avviare le pratiche per provvedere la cattedrale di dodici arazzi, rappresentanti le 'Storie di Sansone'. Il soggetto fu casuale: furono gli agenti dei Fabbricieri della Cattedrale cremonese a 'scoprire' sul mercato questo ciclo prodotto e commercializzato dalla manifattura del pittore e tappezziere Jan Raes di Bruxelles.

Secondo un antico documento del Seicento attribuito a Giovannni Battista Natali, pittore della Cattedrale di Cremona, il ciclo dedicato a Sansone si diceva partisse da cartoni del grande Pieter Paul Rubens di cui l’arazzeria di Raes si forniva. Documenti rinvenuti recentemente indicano l’autore come Michiel Coxcie, pittore di Malines, allievo di Giorgio Vasari e a contatto con Michelangelo e Raffaello.

Della sua serie completa vennero tessuti solo tre esemplari, il primo destinato al Cardinale Scipione Borghese, il secondo al Re Enrico II (entrambi dispersi) mentre il terzo fu quello commissionato per la Cattedrale di Cremona, l'unico rimasto integro.

Sebbene nel 1630 le opere tessili suscitarono ammirazione, le mode cambiarono presto, e gli arazzi della Cattedrale risultarono ingombranti. Per un secolo vennero malamente esposti nelle grandi festività religiose o in occasione di visite importanti, arrotolandoli sui pilastri della chiesa, senza particolare cura.

Nel 1885 lo stato malconcio degli arazzi spinse i Fabbricieri a cercare, invano, degli acquirenti. Gli arazzi, sempre più mal ridotti, finirono arrotolati in grandi cilindri pieni di naftalina, quasi dimenticati. La loro 'resurrezione' iniziò negli anni venti del '900, quando vennero affidati alle cure delle suore ricamatrici di un convento del territorio che si occuparono di tre arazzi.

Con un impegno professionale ed economico enorme, negli anni, altri due arazzi sono stati stesi, rinforzati, lavati e restaurati, riportando i preziosi tessuti a ph neutri, tali da evitare future perdite per eccesso di acidità. Oggi il recupero è completo su 7 dei 12 pezzi, due terzi di un percorso che porterà alla resurrezione dell’intero ciclo. Una vera e propria 'fatica di Sansone' cui si applica la città di Cremona.

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