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Dai vaccini alla cosmesi, a Singapore si punta sulla 'medicina etnica'

10 marzo 2014 | 14.17
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Dai vaccini alla cosmesi, a Singapore si punta sulla 'medicina etnica'

Singapore, 10 mar. (Adnkronos Salute) - "In Asia nei prossimi anni ci attendiamo un miliardo di nuovi esponenti della classe media, potenziali pazienti ma anche consumatori con determinate caratteristiche e peculiarità: negli orientali, infatti, l'incidenza di alcune malattie è differente e le stesse patologie presentano caratteristiche diverse rispetto a quanto accade in Occidente". Parola di Tang Sze Wee, portavoce di A*Star, l'Agenzia per la scienza, la tecnologia e la ricerca di Singapore, che ha illustrato alcuni dei focus su cui si concentreranno gli scienziati di Biopolis, la 'città della ricerca biomedica' di Singapore.

I PROGETTI DI BIOPOLIS - Fra i progetti avviati e quelli all'orizzonte - dai vaccini, alla cosmesi, fino alla nutrizione - molti riguardano proprio la 'medicina etnica', ovvero relativa a "fenotipi ben determinati, come quello asiatico", spiega l'immunologa Paola Castagnoli, direttore scientifico del Sign (Singapore Immunology Network) a Biopolis. In pratica, dice la studiosa che dal 2008 dirige un laboratorio oggi forte di 200 scienziati di 25 Paesi, fra cui 26 'principal investigators', "si è visto che particolari fenotipi determinano risposte diverse ad alcuni farmaci, ma anche che malattie come quelle cardiovascolari sono diverse in asiati e caucasici. Dunque è opportuno indagare per capire se terapie che vanno bene per una popolazione, funzionano per un'altra. Andiamo verso una medicina sempre più stratificata, attenta alle caratteristiche etniche". "E questo anche per quanto riguarda la nutrizione - riprende Wee - E' il caso del latte per neonati, o dei cosmetici che risponderanno sempre di più a determinate caratteristiche ed esigenze".

IL 'PESO' DELL'ETA' - E se l'origine etnica è un elemento da tenere in conto, lo è anche l'età. "Stiamo conducendo un grosso studio sull'efficacia della vaccinazione anti-influenza nelle persone anziane, per comprendere l'influenza dell'invecchiamento sulla risposta immunitaria. Abbiamo una coorte di 5.000 over 65 che monitoreremo. L'obiettivo è capire in chi il vaccino funziona bene e in chi no, ma anche come potenziarlo con eventuali adiuvanti, per fare in modo che la strategia vaccinale sia efficace anche in una popolazione 'fragile'".

REGOLE ''TROPPO STRINGENTI'' - Certo, aggiunge l'esperta, "a complicare la strada della ricerca sono anche le regole, a volte troppo stringenti: con quelle di oggi il vaccino anti-polio non si sarebbe mai scoperto", dice. In ogni caso la studiosa, che ha riunito a Singapore un bel gruppo di ricercatori italiani ed è convinta che "la creatività sia nel nostro Dna", si dice certa che i prossimi anni segneranno un grande cambiamento per la biologia: "C'è un fervore e una grande crescita nel nostro settore".

STUDI SUI VACCINI - La corsa è anche quella verso un nuovo modo di produrre i vaccini: "Stiamo studiando un vaccino realizzato senza uova, ma in modo sintetico, che può essere pronto in un mese, una volta individuati i ceppi influenzali circolanti in una stagione. Questo ridurrà i tempi e i costi di produzione, ma anche il rischio di effetti collaterali". Una ricerca analoga a quella che sta portando avanti in Usa lo scienziato Craig Venter. "L'obbiettivo, come in Formula Uno, è arrivare primi", conclude.

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