La donna, arrestata a Nizza, è stata consegnata dalle autorità francesi alla polizia italiana di frontiera a Ventimiglia. Alla figlia ha detto: “Sono contenta di essere qui”. L’arrivo a Fiumicino (Foto). L’ex parlamentare di Fi a Radio 24: “Non ho mai avuto rapporti d’affari con Scajola”. L’ex ministro in manette, “Favorì la latitanza di Matacena”
Chiara Rizzo è rientrata in Italia. La moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena è stata consegnata dalle autorità francesi alla polizia italiana di frontiera a Ventimiglia. E’ giunta nella città di confine intorno alle 11. Intorno alle 12,30, ha lasciato gli uffici della polizia di frontiera, dove sono state espletate formalità del caso. Quindi si è diretta all’aeroporto di Genova con gli agenti della dia. Destinazione Reggio Calabria con uno scalo previsto a Roma.
Colloquio con la figlia - “Sono contenta di essere in Italia”, ha detto la donna parlando con la figlia. A riferire del colloquio è stato uno dei legali, Candido Bonaventura. A quanto si è appreso Chiara Rizzo, una volta arrivata a Ventimiglia, ha anche chiesto di poter parlare con i suoi legali, ma a quanto riferisce l’avvocato Bonaventura “secondo il gip i cinque giorni di divieto di colloquio decorrono a partire” dal giorno del suo arrivo in Italia.
Matacena a Radio 24: “Nessun rapporto di affari con Scajola” - Parla, intanto, Amadeo Matacena in collegamento da Dubai a ‘24 Mattino’, su Radio 24. “Non ho mai avuto rapporti di affari con Scajola’’, dice mentre il ‘Secolo XIX’ racconta di possibili rapporti di affari tra i due su cui sta indagando la procura di Reggio Calabria. In particolare ci si concentra sulla ‘Fera srl’: “E’ assolutamente inesatto - assicura l’ex deputato di Forza Italia - io non ho mai avuto rapporti di affari con la ‘Fera’ né ho mai operato nel campo dell’eolico, e non ho mai avuto rapporti di affari con Scajola, assolutamente. Scajola è un amico di famiglia, lo è diventato. Mia moglie lo ritiene un padre e tutte queste cose mi lasciano allibito’’. Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, ha aggiunto di non definirsi un latitante perché ”nel momento in cui sono arrivato a Dubai nel tentativo di chiedere un asilo politico, come già fatto in Svizzera, sono stato arrestato e mi hanno ritirato il passaporto, in attesa che la pratica di estradizione con l’Italia venga definita. Sono di fatto prigioniero degli Emirati Arabi Uniti e se decideranno di estradarmi mi prenderanno e mi consegneranno alle autorità italiane. So che l’Italia ha fatto una richiesta di estradizione, la pratica è in itinere ma non so a che punto è’’. L’ex parlamentare di Forza Italia ha concluso spiegando di non avere mai pensato di andare in Libano. E sulla presa di distanza di Silvio Berlusconi nei suoi confronti, ha commentato: “Berlusconi dice che non mi conosce? Nel ‘94 la metà dei parlamentari a ogni elezione venivano cambiati, quindi è facile che il presidente non si ricordi di tutte le migliaia di persone che hanno militato nel suo partito. Ma è sotto gli occhi di tutti che moltissimi di questi uomini che hanno partecipato a quel progetto hanno pagato prezzi altissimi’’.
