La Chiesa non è un'associazione privata, una ong nè va ristretta al solo Vaticano. Papa Francesco dedica la catechesi della penultima udienza generale in piazza San Pietro - prima della pausa estiva - alla Chiesa. E, davanti a fedeli e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, invita a non ripiegarsi su se stessi e a non cadere "nella tentazione di mercanteggiare con Dio per risolvere le cose a modo proprio". Il Papa, nel corso dell'udienza generale, ricorda che "la Chiesa siamo tutti, una realtà molto più ampia che non nasce in laboratorio e non va ristretta al clero o al Vaticano".
Papa Francesco pone l'attenzione su un dato importante: "cominciando da Abramo, Dio forma un popolo e dall'interno del popolo nasce Gesù. Non è Abramo che costruisce attorno a sè un popolo - sottolinea Bergoglio -, ma è Dio. Così si assiste a qualcosa di inaudito perchè è Dio che bussa alla porta di Abramo che si mette in cammino". Il Papa pensa anche a quanti non credono si possa conversare con Dio. 'Ma padre, io non credo - dice Francesco - sapesse che vita brutta!'. No, - è l'esortazione del Papa - Dio ti aspetta con tanto amore, quanto più sei peccatore". Da qui il monito di Bergoglio: "no al ripiegamento su se stessi e alla tentazione di mercanteggiare con Dio per risolvere le cose a modo proprio. Dio ha tanta pazienza e, nel tempo, forma ed educa il suo popolo".
Dice il Papa che "anche noi ogni giorno facciamo esperienza di egoismo ma quando ci riconosciamo peccatori, Dio ci perdona sempre. E non è la nostra bravura - avverte il Papa - è l'esperienza quotidiana di quanto il Signore ci vuole bene". In conclusione, il Papa osserva: "a me piace pensare che possiamo essere uomini e donne, gente che benedice. Noi cristiani siamo gente che sa benedire".
