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Mafia: sequestro beni per 5 mln in Lombardia, indagati due professionisti

15 luglio 2014 | 11.12
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I beni sono riconducibili a due fratelli, titolari di studi di consulenza contabile, sospettati di avere legami con il sodalizio criminale della famiglia Mangano

Mafia: sequestro beni per 5 mln in Lombardia, indagati due professionisti

Sequestrati e confiscati questa mattina dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano 124 immobili, tre società e 81 conti correnti bancari, il tutto per un valore di oltre 5 milioni di euro, riconducibili a due professionisti legati alla criminalità organizzata, indagati dalla Procura. Si tratta di due fratelli di origine calabrese, entrambi titolari di due studi di consulenza contabile a Milano e in provincia di Cremona.

Il sospetto degli inquirenti è che siano i reali proprietari del patrimonio, accumulato nel corso degli anni con attività illegali e dissimulato mediante una fitta rete di prestanome.

I sequestri sono stati eseguiti nel capoluogo lombardo e in vari comuni delle province di Cremona, Biella e Bergamo, dagli agenti della Squadra Mobile di Milano, dai finanzieri del comando della Guardia di Finanza di Cremona e dai carabinieri della Squadra Misure di Prevenzione della Procura della Repubblica di Milano, che hanno operato congiuntamente con il coordinamento del Procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del Sostituto procuratore Alessandra Dolci.

Nel dettaglio, i due professionisti sono indagati dalla Dda di Milano per associazione a delinquere di stampo mafioso e sono sospettati di essere i contabili del sodalizio criminale facente capo alla famiglia Mangano, gruppo criminale 'decapitato' lo scorso settembre dalla Squadra Mobile di Milano a seguito di indagini condotte dalla Dda.

Già in passato, riferisce la polizia, i due professionisti erano stati oggetto di indagini condotte da varie forze di polizia, tra cui la Guardia di Finanza di Crema che, recentemente, aveva individuato un fitto reticolo di società utilizzate per una consistente frode fiscale (128 milioni di euro di base imponibile evasa e fatture false per oltre 94 milioni) e messe a disposizione dei sodalizi criminali per riciclare il denaro proveniente da attività delittuose.

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