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"Non riesco a parlarne al passato", il pianto di Manfredi Borsellino nel ricordare il padre Paolo

18 luglio 2014 | 15.31
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La commemorazione della Strage di via D'Amelio nell'aula magna del tribunale di Palermo. Il Pg Scarpinato: "La morte di Borsellino è un mosaico in cui mancano tessere determinanti"

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"Parlare di mio padre per me è estremamente difficile, mi sono anche risposto del perché fosse così difficile. L'unica vera ragione per la quale non riesco, dopo 22 anni, a parlare di lui è che non riesco materialmente a coniugare il suo verbo al passato". E' scoppiato in un pianto dirotto dopo avere pronunciato queste prole Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo Borsellino, durante la commemorazione della strage di via D'Amelio al Palazzo di giustizia di Palermo.

Manfredi ha più volte dovuto interrompere il suo intervento per la commozione. "Vorrei che tutti sapessero che per me la bomba esplosa in via D'Amelio è troppo vicina, nonostante siano trascorsi 22 anni - ha detto - come se mio padre fosse morto l'altro ieri, non si può pretendere il ricordo di un figlio quando ancora il cadavere è caldo, e siccome avverto ancora forte la presenza di mio padre non riesco a parlarne con distacco". Manfredi ha poi ricordato "il suo umorismo e le sue battute e il modo dissacrante di prendere la vita. Spero che ancora per moltissimo tempo alberghi in questo Tribunale quel sorriso di mio padre".

Dei misteri sulla strage di via D'Amelio ha parlato invece il Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato. "A tutt'oggi, nonostante la celebrazione di 4 processi, è un mosaico nel quale mancano ancora tessere determinanti perché sia possibile ricostruire un'immagine finale nitida. Ancora oggi non sappiamo quale fu il motivo che determinò la brusca accelerazione alla strage che colse di sorpresa anche molti boss - ha detto - fu una esecuzione autolesionistica".

Scarpinato, commentando poi le parole di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo che ha parlato di avvoltoi alle clebrazioni in via D'Amelio ha ricordato come questa è "una cosa che negli anni passati più volte i familiari delle vittime hanno detto, in modo più o meno palese. Lo ha detto anche Alfredo Morvillo, come anche i familiari di alcuni agenti delle scorte che sono stati uccisi dalla mafia. Evidentemente c'è un sentimento da parte di chi ha subito queste perdite che va preso in considerazione e sul quale è il caso di riflettere. Del resto anche io in passato ho fatto cenno a queste presenze ingombranti...".

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