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Gay: prof 'licenziata' a Trento, associazioni Lgbt 'intervenga ministro'

19 luglio 2014 | 19.38
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Insegnante da anni in un istituto privato, sarebbe stata chiamata a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale e ad affrontare un percorso di "riabilitazione", pena il mancato rinnovo del contratto, circostanza poi avvenuta

(Infophoto)
(Infophoto)

"Le nostre associazioni assicurano del proprio sostegno la vittima odierna dell'imbecillità e dell'odio omofobico e richiamano l'attenzione sul fatto che la scuola protagonista dell'episodio di discriminazione sia peraltro finanziata con fondi pubblici. Chiediamo al ministro Giannini di intervenire per restituire all'insegnante offesa la sua dignità di persona". E' l'appello delle associazioni Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia, Famiglie Arcobaleno su quanto denunciato a Trento dove una donna, insegnante da anni in un istituto privato, 'sospettata' di essere lesbica, sarebbe stata chiamata a fornire informazioni circa il proprio orientamento sessuale e a affrontare un percorso di "riabilitazione", pena il mancato rinnovo del contratto, circostanza poi avvenuta.

"In una Repubblica democratica 'fondata sul lavoro', non rinnovare l'incarico ad una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l'equivalente simbolico di un'esecuzione dopo processo sommario e stupro", denunciano le associazioni a favore della donna. "Questi purtroppo - concludono - sono episodi chiave per capire la necessità e l'urgenza di una legge di lotta all'omotransfobia che protegga tutti i cittadini omosessuali, transessuali o presunti tali, da qualsiasi violenza: psicologica, fisica o sociale che sia".

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