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Fecondazione, il ministero precisa: "Nessun limite di età per genitori che intendono ricorrere all'eterologa"

26 luglio 2014 | 12.41
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Il dicastero di Lorenzin in merito alle notizie di stampa apparse oggi: "Eventuale limite d'età solo per i donatori". Gianaroli: "Il limite oltre il quale si riesce a concepire naturalmente è di 48-49 anni per le donne", e dunque questo è il 'paletto' già fissato dalla legge 40

Fecondazione, il ministero precisa:

Non sono in arrivo limiti di età per gli aspiranti genitori che intendono ricorrere alle tecniche di fecondazione eterologa. Lo precisa il ministero della Salute, in merito alle notizie di stampa apparse oggi. "Il gruppo di lavoro costituito presso il ministero della Salute non ha mai discusso del limite d'età dei soggetti riceventi - sottolinea una nota diffusa dal dicastero di Beatrice Lorenzin - ma, confrontandosi con le esperienze degli altri Paesi europei, sull'eventuale limite d'età dei donatori".

"Ci deve essere stato un fraintendimento: chiaramente, parlando di fecondazione eterologa, ci siamo occupati dell'età dei donatori. Che in Europa sono già state fissate dai vari Paesi che consentono questa tecnica: l'idea è che non possano donare i gameti donne con più di 35 anni e uomini over 40-45", spiega all'Adnkronos Salute Luca Gianaroli, direttore scientifico della Società italiana studi di medicina della riproduzione (Sismer) e componente del gruppo di lavoro convocato dal ministero della Salute, e che ha appena concluso il suo lavoro, dopo le notizie circolate in queste ore.

"Limiti pensati perché nelle donne, dopo quella età, la qualità della cellula uovo peggiora, tanto che si consiglia di fare un'amnio o una villocentesi alle future mamme che restano incinte dopo i 35 anni. E anche la qualità del liquido seminale si deteriora dopo una determinata età, con qualche aumento del rischio di patologie fetali. In questo caso il limite si fissa in Europa tra i 40 e i 45 anni".

"Quanto ai riceventi, ovvero i futuri genitori - prosegue Gianaroli - la legge 40, che è tutt'ora in vigore, è già molto chiara. Stabilisce, infatti, che l'accesso alle tecniche di fecondazione assistita è consentito alle coppie in età fertile. Il limite oltre il quale si riesce a concepire naturalmente è di 48-49 anni per le donne", e dunque questo è il 'paletto' già fissato dalla legge 40. "Le riunioni del gruppo di lavoro - ribadisce l'esperto - hanno portato all'attenzione del ministro, oltre ad aspetti tecnici marginali, già coperti dalle normative vigenti e dalle Linee guida delle società scientifiche italiane ed europee, anche alcuni aspetti fondamentali già previsti dalla Sentenza della Corte Costituzionale. In particolare, è stato evidenziata l'importanza di una serie di punti affinché le metodiche di donazione di gameti possano essere applicate in modo equo, sicuro ed efficace: la necessità di garantire l'anonimato dei donatori e delle donatrici, di prevedere un equo rimborso per questi ultimi, di stabilire criteri di screening dei donatori e delle donatrici che siano accurati senza essere eccessivi, troppo invasivi od onerosi e senza richiedere in particolare test genetici troppo approfonditi, che potrebbero dare adito a derive eugenetiche".

E' stata infine prospettata la possibilità "di far circolare i gameti tra i vari centri con criteri di sicurezza" ed evidenziato che "la tendenza a favorire la conoscenza delle origini biologiche da parte degli individui nati da tecniche di fecondazione eterologa, potrebbe ulteriormente scoraggiare la diffusione della cultura della donazione".

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