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Don Ciotti dopo le minacce di Riina: "Servono misure senza compromessi"

31 agosto 2014 | 14.26
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Il fondatore di 'Libera' e del 'Gruppo Abele' commenta le rivelazioni di Repubblica: "Le sue parole dal carcere sono molto significative, sono la prova che l'impegno di Libera è incisivo, graffiate e gli toglie la terra da sotto i piedi". Chiede più impegno alla politica e punta il dito contro la corruzione: "E' l'incubatrice delle mafie, sta mangiando il nostro Paese". Solidarietà di Grasso: "Saremo al tuo fianco"

Don Luigi Ciotti (Infophoto) - INFOPHOTO
Don Luigi Ciotti (Infophoto) - INFOPHOTO

"Le minacce di Totò Riina dal carcere sono molto significative" e "sono la prova" che l'impegno di Libera "è incisivo, graffiante" e "gli toglie la terra da sotto i piedi". Così don Luigi Ciotti commenta le rivelazioni di Repubblica sulle minacce di Toto' Riina.

Minacce che, dice, "non sono rivolte solo a Luigi Ciotti, ma a tutte le persone che in vent'anni di Libera si sono impegnate per la giustizia e la dignità del nostro Paese. Cittadini a tempo pieno, non a intermittenza", scrive il sacerdote commentando le parole pronunciate dal boss ("È come don Puglisi e deve fare la stessa fine").

"Solo un 'noi', non mi stancherò di dirlo - prosegue don Ciotti - può opporsi alle mafie e alla corruzione. Libera è cosciente dei suoi limiti, dei suoi errori, delle sue fragilità, per questo ha sempre creduto nel fare insieme, creduto che in tanti possiamo fare quello che da soli è impossibile. Le mafie sanno fiutare il pericolo. Sentono che l'insidia, oltre che dalle forze di polizia e da gran parte della magistratura, viene dalla ribellione delle coscienze, dalle comunità che rialzano la testa e non accettano più il fatalismo, la sottomissione, il silenzio".

"Riguardo don Puglisi - che Riina cita e a cui non oso paragonarmi perché sono un uomo piccolo e fragile - un mafioso divenuto collaboratore di giustizia parlò di 'sacerdoti che interferiscono'. Ecco - afferma ancora don Ciotti - io mi riconosco in questa Chiesa che 'interferisce', che non smette di ritornare - perché è lì che si rinnova la speranza - al Vangelo, alla sua essenzialità spirituale e alla sua intransigenza etica. Una Chiesa che accoglie, che tiene la porta aperta a tutti, anche a chi, criminale mafioso, è mosso da un sincero, profondo desiderio di cambiamento, di conversione".

"Una Chiesa - conclude - che cerca di saldare il cielo alla terra, perché, come ha scritto il Papa Francesco: 'Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo'".

Servono provvedimenti urgenti - Contro le mafie, continua, "ci sono provvedimenti urgenti da intraprendere e approvare senza troppe mediazioni e compromessi". "La politica deve sostenere di più questo cammino. La mafia non è solo un fatto criminale, ma l'effetto di un vuoto di democrazia, di giustizia sociale, di bene comune".

Fra i provvedimenti urgenti da intraprendere, don Luigi Ciotti cita "ad esempio la confisca dei beni, che è un doppio affronto per la mafia, come anche le parole di Riina confermano. Quei beni restituiti a uso sociale - sostiene - segnano un meno nei bilanci delle mafie e un più in quelli della cultura, del lavoro, della dignità che non si piega alle prepotenze e alle scorciatoie".

Punta il dito contro la corruzione: "E' l'incubatrice delle mafie. C'è una mentalità che dobbiamo sradicare, quella della mafiosità, dei patti sottobanco, dall'intrallazzo in guanti bianchi, dalla disonestà condita da buone maniere. La corruzione sta mangiando il nostro Paese, le nostre speranze!".

"Corrotti e corruttori - prosegue don Ciotti - si danno manforte per minimizzare o perfino negare il reato. Ai loro occhi è un'azione senza colpevoli e dunque senza vittime, invece la vittima c'è, eccome: è la società, siamo tutti noi".

"Per me - continua il fondatore di 'Libera' - l'impegno contro la mafia è da sempre un atto di fedeltà al Vangelo, alla sua denuncia delle ingiustizie, delle violenze, al suo stare dalla parte delle vittime, dei poveri, degli esclusi. Al suo richiamarci a una 'fame e sete di giustizia' che va vissuta a partire da qui, da questo mondo".

La solidarietà del presidente Grasso - ''Caro Luigi, sono più di venti anni che sfidi la mafia con coraggio e passione. Le minacce di Riina emerse oggi sono l'ennesimo attacco ad una storia di impegno e di memoria che coinvolge ogni anno migliaia di cittadini e che ha contribuito a rendere il nostro Paese più libero e più giusto. Ti conosco da anni e so che non ti sei lasciato intimorire nemmeno per un attimo: continuerai sulla strada della lotta alla criminalità, e tutti noi saremo al tuo fianco. Un abbraccio, Piero''. E' il messaggio che il presidente del Senato Pietro Grasso rivolge dalla sua bacheca facebook a Don Luigi Ciotti, per esprimergli solidarieta' per le minacce ricevute dal boss di mafia, Toto' Riina.

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