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Scuola: Ocse, per giovani e' inutile se non porta lavoro

09 settembre 2014 | 15.06
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Le difficoltà cui fanno fronte i giovani italiani per trovare un lavoro rischiano di compromettere gli investimenti nell'istruzione. I tassi d'iscrizione all'università hanno segnato una fase di ristagno o sono diminuiti negli anni più recenti e il numero di studenti che abbandonano precocemente gli studi ha smesso di diminuire dopo il 2010. E' quanto rivela l'Ocse.

Nel 2012, quasi un giovane su tre (32%) dai 20 ai 24 anni di età non lavorava e non era iscritto a nessun corso di studi. Si tratta di un aumento di 10 punti percentuali rispetto al 2008. In confronto, nel 2012 nei Paesi Bassi solo il 7% dei giovani 20-24enni non studiava e non lavorava e in Austria e in Germania solo l'11%. Nello stesso anno circa 1 su 7 tra i 17enni (il 14%) aveva già abbandonato la scuola (la media Ocse per il 2012 è del 10%).

"Tutto lascia pensare che l'università e la scuola non siano viste dai ragazzi e dalle loro famiglie come un aiuto per migliorare la loro posizione sul mercato del lavoro, ma come parte del problema, spiega Fracesco Avvisati, analista Ocse. "Il sistema d'istruzione, in particolare la formazione professionale nelle scuole, nel post seondario e anche nelle università, devono essere al centro di una strategia per creare e valorizzare le competenze di cui l'economia ha bisogno".

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