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Pedofilia, via libera del Papa all'arresto in Vaticano dell'arcivescovo polacco Jozef Wesolowski

23 settembre 2014 | 20.41
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E' l'ex nunzio polacco, già condannato allo stato laicale. Padre Lombardi: "L'iniziativa è conseguente alla volontà espressa dal Pontefice affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore". All'uomo concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute. Mons. Oliver nominato segretario Commissione per tutela minori

Pedofilia, via libera del Papa all'arresto in Vaticano dell'arcivescovo polacco Jozef Wesolowski

E' stato arrestato in Vaticano per pedofilia l'ex nunzio polacco Jozef Wesolowski. L'arresto è stato eseguito in base alle indicazioni di Papa Francesco.

L''ex nunzio polacco Jozef Wesolowski, "alla luce della situazione sanitaria comprovata dalla documentazione medica", è stato messo "agli arresti domiciliari con le correlate limitazioni in locali all'interno dello Stato della Città del Vaticano". Lo riferisce il portavoce vaticano padre Federico Lombardi.

In particolare, Lombardi, in una nota, spiega che "oggi il promotore di giustizia del tribunale di prima istanza della Città del Vaticano ha convocato l'ex nunzio, a carico del quale aveva avviato un'indagine penale. Al prelato -già condannato in prima istanza dalla Congregazione della dottrina della fede alla riduzione allo stato laicale al termine di un processo amministrativo penale canonico- sono stati notificati i capi di imputazione del procedimento penale avviato a suo carico per gravi fatti di abuso ai danni di minori avvenuti nella Repubblica Dominicana". E' stata proprio "la gravità degli addebiti -spiega ancora Lombardi- che ha indotto l'ufficio inquirente a disporre un provvedimento restrittivo che alla luce della situazione sanitaria dell'imputato consiste nei domiciliari".

Lombardi spiega poi che "l'iniziativa assunta dagli organi giudiziari dello Stato è conseguente alla volontà espressa dal Papa affinché un caso così grave e delicato venga affrontato senza ritardi, con il giusto e necessario rigore, con assunzione piena di responsabilità da parte delle istituzioni che fanno capo alla Santa Sede".

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