Comunione ai divorziati cattolici risposati, ma solo a tre condizioni: è quanto suggerisce il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, nell'intervista rilasciata al settimanale 'Famiglia Cristiana' alla vigilia dell'apertura del Sinodo straordinario sulla famiglia che Papa Francesco aprirà domenica, celebrando la messa nella basilica di San Pietro, e che si svolgerà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre.
Il cardinale spiega così la sua posizione: "L'ipotesi di una possibile ricezione dei sacramenti della penitenza e dell'eucarestia, da parte dei fedeli divorziati risposati, potrebbe essere accolta a tre precise condizioni, che determinano una strada da percorrere: se dei sacramenti si assume, secondo l'insegnamento costante della Chiesa, il significato di segni della misericordia di Dio; se si evitano indebite confusioni sull'indissolubilità del matrimonio; se si assicura un recuperato impegno di vita cristiana attraverso cammini di fede che siano veri e seri".
Tettamanzi sottolinea che "i fedeli divorziati risposati sono membri della Chiesa e lo sono in forza del battesimo ricevuto e in virtù della fede conservata e in qualche modo vissuta. La spiegazione sta innanzitutto nel sacramento del battesimo che, in virtù del suo carattere indelebile, fa di chi lo riceve una creatura nuova, un essere definitivamente e irreversibilmente inserito in Gesù Cristo e nel suo corpo vivente che è la Chiesa". (segue)