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Dal '74 quasi 30mila le persone scomparse ancora da rintracciare. Al Lazio il primato dei 'missing'

24 ottobre 2014 | 14.39
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Sono 15.358 i minori, di cui 1.954 italiani. Tra le Regioni, secondo posto per la Sicilia, poi vengono Lombardia, Campania e Puglia. Spesso crisi e femminicidi dietro le sparizioni. Nel 2013 149 suicidi per motivi economici, uno su due è un imprenditore

Dal '74 quasi 30mila le persone scomparse ancora da rintracciare. Al Lazio il primato dei 'missing'

Dal 1 gennaio 1974 "le persone scomparse ancora da rintracciare alla data del 30 giugno 2014 sono 29.763", 558 in più rispetto al 31 dicembre dello scorso anno. Lo ha reso noto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, aprendo i lavori del convegno internazionale 'La scomparsa di persone: una sfida per i Paesi Ue', alla Scuola superiore dell'amministrazione dell'Interno, a Roma. Negli ultimi due anni sono state registrate oltre 23mila denunce di scomparsa e solo nel 2012 sono scomparse, in media, due donne al giorno: dal 1974, più di 200 l'anno.

"E' una problematica drammatica e dolorosa, che desta naturale e giustificato allarme sociale - ha spiegato il titolare del Viminale - perché dietro ciascun numero e dato, c'è una persona che non si trova. Una storia perduta che dobbiamo riportare a casa". Dato preoccupante è quello relativo alla scomparsa dei minori, che nel periodo in questione, "sono ben 15.358, di cui 1.954 italiani. Sono, soprattutto, minori stranieri non accompagnati che si allontanano dai centri di accoglienza dopo essere sbarcati sulle nostre coste meridionali".

Tra le persone scomparse ci sono soprattutto soggetti che si allontanano volontariamente o per motivi psicologici e anche persone che fanno perdere le loro tracce in quanto vittime di reati. Per questo, ha rimarcato Alfano, "è indispensabile risalire alle cause della scomparsa" per ridurre i numeri di un fenomeno sul quale "è massimo l'impegno del ministero dell'Interno per fronteggiare i casi e risolverli". Su 140mila denunce di scomparsa complessive, ha riferito Alfano, sono state recuperate le tracce di 110mila persone.

Delle 29.763 persone scomparse in Italia ancora da rintracciare, 9.816 sono italiani e 19.947 stranieri. I maggiorenni sono 14.405 (7.862 italiani e 6.543 stranieri) e 15.358 minorenni (1.954 italiani e 13.404 stranieri). Gli uomini sono 20.463 (6.236 italiani e 14.227 stranieri), e 9.300 le donne. Di queste, 3.580 sono italiane e 5.720 straniere.

Corpi senza identità - Dalla relazione del commissario straordinario per le persone scomparse, prefetto Vittorio Piscitelli, emerge anche il dato relativo al censimento dei corpi senza identità. Alla data del 30 giugno 2014 sono stati registrati 1.283 cadaveri non identificati (20 in più rispetto al 31 dicembre 2013). Il dato più allarmante si registra in Sicilia (588) che comprende i corpi degli stranieri recuperati in mare, inclusi quelli dei naufragi di Lampedusa dell'ottobre 2013. Segue il Lazio, con 195 cadaveri non identificati, in Lombardia ne sono stati registrati 102, in Campania 73, 27 in Emilia Romagna.

Al Lazio il primato dei 'missing' - La regione nella quale il fenomeno delle persone scomparse è più ricorrente è il Lazio, con 6.766 casi. A seguire la Sicilia, con 3.900, la Lombardia (3.680), la Campania (3.146) e la Puglia (2.475). Seguono Piemonte, con 1.839 persone scomparse, Emilia Romagna (1.247), Veneto (1.171), Toscana (1.160), Calabria (1.131), Liguria (715), Friuli Venezia Giulia (641), Marche (526), Abruzzo (424), Trentino Alto Adige (234), Umbria (164), Basilicata (117), Molise (95). A chiudere la classifica dei 'missing' è la Val D'Aosta, con 36 casi di persone scomparse.

"Ritrovare le persone scomparse è una sfida per l'Europa. Per questo occorre unire le forze in una strategia comune di contrasto al fenomeno" ha detto Piscitelli, rilevando che si tratta di "un fenomeno non solo italiano, in altri Paesi le cifre sono ancora più allarmanti. Si registra un fortissimo aumento dei numeri negli ultimi due anni e occorre alzare il livello di guardia".

Spesso crisi e femminicidi dietro le sparizioni - La relazione del commissario straordinario segnala inoltre che ''la crisi economica sta portando nel nostro Paese un aumento delle 'povertà sociali', materiali e immateriali. Prendiamo atto di operai in cassa integrazione, madri di famiglia che perdono il part time, ma anche manager, imprenditori, ricercatori che escono dal mondo del lavoro''. ''Questa umanità ghermita dalla crisi - evidenzia ancora la relazione - che qualche volta protesta e denuncia, spesso non traduce in processo sociale il proprio disagio e preferisce abbandonare tutto e tutti, anche la propria famiglia, forse a causa della indifferenza che accompagna il fenomeno. Si spiegano in tal modo i due terzi delle scomparse con motivazioni di 'allontanamento volontario'. Si spiega, inoltre, il fenomeno odioso della violenza di genere e del 'femminicidio' connesso alle numerose scomparse di donne".

149 suicidi per motivi economici nel 2013 - Un altro dato che emerge è che "nel 2013 sono state 149 le persone che si sono tolte la vita per motivazioni di ordine economico, rispetto agli 89 casi registrati nel 2012: un suicidio ogni due giorni e mezzo". Secondo la relazione, che tiene conto di analisi del Censis e di Link Lab, il Laboratorio di ricerca socio-economica dell'Università Link Campus University, "sale quindi a 238 il numero complessivo dei suicidi per motivi legati alla crisi economica, registrati in Italia nel biennio 2012-2013". Dunque, "nell'ultimo quadrimestre del 2013, i suicidi riconducibili a motivazioni economiche rappresentano circa il 40% del totale registrato nell'intero anno". Non solo: "Un suicida su due è imprenditore, ma in un anno è raddoppiato il numero dei disoccupati suicidi", mentre "è triplicato anche quello degli 'occupati', per un fenomeno che non conosce più differenze geografiche" e si registra al Sud come al Nord.

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