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Immigrati: Alfano, decisioni su comando Triton spettano a Ue

19 novembre 2014 | 13.22
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Il ministro dell'Interno ha parlato all'audizione in commissione sull'attuazione dell'accordo di Schengen, sottolineando che "servono avamposti in Africa per esaminare le richieste asilo"

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Il centro dell'operazione Triton è l'Europa e anche se si tratta di una missione di pattugliamento sulla difesa dei diritti umani non ci sono linee che tengano ed è necessario che l'Unione Europea istituisca avamposti nei paesi africani per l'esame delle richieste d'asilo. E' la convinzione del ministro dell'Interno Angelino Alfano, espressa durante l'audizione alla commissione sull'attuazione dell'accordo di Schengen, ringraziando per il ''lavoro straordinario" compiuto dalla Marina. "Il baricentro dell'operazione Tritone, è europeo e le linee sul carattere civile o militare sono definite dall'Europa. Tritone è un'operazione di pattugliamento delle frontiere - ha spiegato il ministro - ma quando ci sono in discussione i diritti fondamentali delle persone, non c'è linea di pattugliamento che tenga".

Mare nostrum non esiste più dal 1 novembre e, ha detto Alfano "contiamo di definirne la fase di 'phasing out' entro l'anno". Al momento, ha detto il ministro, "i costi sono calati di un terzo: una nave grande dimensioni e tre pattugliatori sono ancora impiegati e operano in uno spazio grande circa la metà" di quello precedente.

Secondo il ministro "il nuovo obiettivo, per i richiedenti asilo, è quello di affidare l'esame delle domande di richiesta asilo ad avamposti dell'Ue in Africa, coordinati da organizzazioni internazionali, per garantire una equa distribuzione dei richiedenti, tra i paesi europei". In questo modo, "si sottrarrebbe anche il flusso di coloro che hanno diritto all'asilo alla più macabra agenzia di viaggi", quella della tratta via mare verso l'Europa.

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