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Roma: carabinieri sventano estorsione a costruttore, tre arresti

20 dicembre 2014 | 17.30
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Stavano organizzando un'azione punitiva nei confronti dell'uomo che non voleva cedere al ricatto di un imprenditore di Caserta

Infophoto - INFOPHOTO
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Stava organizzando un'azione punitiva nei confronti di un costruttore romano che non voleva sottomettersi a un'estorsione. L'uomo, F.L. 51enne, imprenditore edile della provincia di Caserta, è finito in manette insieme con altre due persone, un imprenditore 44enne di Marcianise, L.C., e G.P., barista 39enne di Caivano, entrambi già noti alle forze dell’ordine.

I tre sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Roma con l'accusa di tentata estorsione, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Roma Boffi, su richiesta del sostituto procuratore di Roma Marcello Monteleone.

L’indagine dei carabinieri di via in Selci ha fatto emergere un’estorsione in atto, ai danni di un costruttore romano, presidente del consiglio di amministrazione di una società, che era sottoposto a gravi minacce da parte del titolare di un’impresa edile casertana. L'imprenditore aveva intentato una causa civile nei confronti dell'azienda del costruttore romano, per ottenere il riconoscimento e il recupero di un credito di 850mila euro, preteso a titolo di pagamento di prestazioni d’opera effettuate in subappalto.

L’intento dell’imprenditore campano, F.L., oggi arrestato, era di ottenere, con l’intimidazione e le minacce, la disponibilità della controparte a definire la vertenza in tempi rapidi e in via transattiva, mediante il pagamento di una somma in contanti di molto superiore a quanto dovuto e chiesto in giudizio.

L’uomo è stato monitorato mentre si presentava, in più circostanze, nell’ufficio dal costruttore romano, in compagnia dei due complici oggi arrestati, sostenendo di avere ceduto il suo credito a esponenti di un’organizzazione camorristica campana, i quali, ora pretendevano il pagamento immediato della somma maggiorata di un milione di euro, altrimenti sarebbero passati alle vie di fatto, ponendo in essere gravi ritorsioni anche nei confronti della famiglia della vittima.

Queste gravi minacce risultano concrete anche alla luce dei collegamenti di uno degli arrestati con un clan camorristico dell’area napoletana, per conto del quale aveva in passato gestito una piazza di spaccio di stupefacenti al dettaglio in alcuni paesi dell’hinterland del capoluogo campano. La vicenda monitorata dai carabinieri di via in Selci costituisce uno dei modus operandi tipici della malavita organizzata per realizzare recuperi crediti per conto terzi con modalità estorsive.

Magistratura e carabinieri di Roma sono intervenuti tempestivamente, prima che i tre arrestati potessero mettere in atto il progetto di dare una lezione al costruttore che non si faceva intimidire dalle loro minacce. Gli arrestati avevano detto che per l’esecuzione dell’azione punitiva avrebbero utilizzato persone senza scrupoli della periferia napoletana. "A casa di quello dobbiamo andare con le pistole, ci vogliono i napoletani...tutti ragazzi, 17, 18, 20 anni...so ragazzi che non ci pensano due volte...quelli delle palazzine", dice in un'intercettazione uno degli arrestati. I tre sono ora reclusi nel carcere di Regina Coeli.

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